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Caso Paragon

Cosa sappiamo sul contratto tra Paragon e l’Italia e perché è stato sospeso

Il contratto tra l’intelligence italiana e Paragon Solutions, proprietaria del trojan utilizzato per spiare sette italiani (tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato) è stato sospeso. Secondo fonti dei servizi segreti, la sospensione durerà fino a che il Copasir e l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza non avranno concluso i loro accertamenti sul caso.
A cura di Giulia Casula
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Il contratto tra l'intelligence italiana e Paragon Solutions, l'azienda israeliana proprietaria di Graphite, il trojan utilizzato per spiare sette italiani (tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e Luca Casarini) è stato sospeso. Secondo quanto riferito ieri da fonti dei servizi segreti, la sospensione durerà fino a che il Copasir e l'Agenzia nazionale per la cybersicurezza non avranno concluso i loro accertamenti sul caso. 

La notizia della sospensione è arrivata ieri, in tarda serata ed è stata confermata da fonti dell'intelligence interpellate dall'Ansa. Per il momento quindi, i servizi non potranno più utilizzare lo spyware almeno fino alla fine dell'attività di "due diligence" avviata dai due organi competenti.

In altre parole, Copasir e Agenzia nazionale per la cybersicurezza intendono fare chiarezza sull'uso che è stato fatto del software in Italia e su chi l'ha utilizzato per hackerare i dispositivi di giornalisti e attivisti e spiarne l'operato. Nei giorni scorsi il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli era stato ascoltato al Copasir e altre audizioni, tra cui quella del sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, sono previste per le prossime settimane.

Nell'ultimo confronto tra governo e Parlamento sulla vicenda, il ministro Ciriani aveva assicurato che nessuno spionaggio era stato messo in atto da parte dei servizi italiani e aveva negato che il contratto tra l'Italia e Paragon fosse stato tracciato. Giorni fa infatti, sia il Guardian che il giornale israeliano Hareetz avevano raccontato che l'azienda israeliana aveva deciso di rescindere il contratto con il nostro Paese a causa di alcune violazioni al quadro etico previsto nei termini di fornitura del software. Quest'ultimo viene venduto solamente a un gruppo selezionato di democrazie "alleate" e a condizione che venga utilizzato per specifiche finalità, quali il contrasto alla criminalità organizzata o la lotta al terrorismo internazionale, e non naturalmente, per spiare privati cittadini o categorie tutelate come i giornalisti.

Tuttavia finora, il governo non ha chiarito chi c'è dietro lo spionaggio subito da sette italiani, ma si è limitato ad annunciare querele contro chiunque lo abbia accusato di aver condotto l'operazione. Resta il fatto che questa vicenda presenta ancora tante incognite ed è per questo motivo, che nella giornata di ieri, le opposizioni hanno depositato nuove interrogazioni al governo. Una, di Italia Viva, interroga il ministro Nordio per sapere quali enti governativi hanno acquistato lo spyware, che secondo la stampa internazionale sarebbe stato venduto a un corpo delle forze dell'ordine e a un'agenzia di intelligence. Il Partito democratico invece, si è rivolto direttamente a Meloni perché chiarisca il ruolo del governo nella faccenda.

Sempre ieri, il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito coloro che dovessero utilizzare lo spyware Graphite o le informazioni raccolte tramite software analoghi. Queste attività, laddove non siano espressamente consentite dalla legge, violano il Codice privacy e possono comportare una multa fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato per i responsabili. Dopo le segnalazioni di alcuni cittadini preoccupati del possibile uso dello spyware nei loro confronti, l'Autorità ha ribadito r che "le intercettazioni di comunicazioni elettroniche che non rientrano nelle finalità di sicurezza della Repubblica e di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati, devono rispettare la normativa in materia di protezione dei dati personali". Il Garante infine, si è riservato "ogni ulteriore attività volta all'individuazione degli autori delle condotte messe in atto tramite gli spyware in violazione del norme sulla privacy".

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