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Cosa sappiamo dell’accordo tra il governo Meloni e Elon Musk sui satelliti Starlink

Il governo Meloni ha smentito di aver siglato un accordo da 1,5 miliardi con la società di Elon Musk per la fornitura di telecomunicazioni sicure. Ma le opposizioni sono sul piede di guerra e chiedono al governo di riferire in Parlamento. Per Matteo Salvini un eventuale accordo con Musk sarebbe “un’opportunità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo italiano ha smentito di aver firmato accordi con l'azienda di Elon Musk, la società SpaceX, per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. "Le interlocuzioni con SpaceX – si legge in una nota di Palazzo Chigi – rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati".

In questo modo la presidente del Consiglio Meloni ha smentito le indiscrezioni che erano state diffuse da Bloomberg, dopo la sua visita lampo a Mar-a-Lago, dove è stata ricevuta da Donald Trump (ufficialmente Elon Musk era assente). Durante il faccia a faccia tra Meloni e Trump, che si insedierà il prossimo 20 gennaio, è stato affrontato il caso di Cecilia Sala, che si trova in carcere in Iran, ma la premier ha precisato di non aver parlato di accordi o contratti con Musk.

Secondo la nota diffusa da Palazzo Chigi, "La stessa presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l'incontro con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump".

Eppure lascia spazio a dubbi il commento su X dello stesso Musk, il quale, interessato all'affare, si dichiara pronto a "fornire all'Italia la connettività più sicura e avanzata!". Il post è stato pubblicato in risposta a quello del suo collaboratore in Italia, Andrea Stroppa, secondo cui "Finalmente i media raccontano che Starlink è la tecnologia migliore e più sicura al mondo. Risparmi per l’Italia di oltre 8 miliardi di euro e fornitura del servizio in pochi mesi, rispetto agli 8-10 anni dei concorrenti che ancora non hanno il servizio".

Il riferimento è a quanto fatto trapelare dall'agenzia Bloomberg, la quale ha scritto che l'Italia avrebbe preso in considerazione in passato alternative a un accordo con Space X da circa 1,5 miliardi di euro per la fornitura di telecomunicazioni sicure al governo: tra queste soluzioni alternative Bloomberg cita la partecipazione al progetto Iris², la rete di satelliti per telecomunicazioni europei, o la possibilità di realizzare una costellazione satellitare propria. Entrambe le opzioni avrebbero però un costo molto più elevato per l'Italia, oltre 10 miliardi di euro, a fronte del costo di 1,5 miliardi di euro offerto da Musk. 

Anche il responsabile dell'organizzazione Fratelli d'Italia Donzelli, ha ribadito la posizione di Meloni in merito a un negoziato: "Il governo ha già chiarito che non sono vere le notizie. Che Musk sia pronto a fornire servizi non mi sembra una notizia. Credo lo sappiamo tutti che è un imprenditore interessato a fornire servizi e a guadagnarci. Che il governo italiano stia facendo un accordo in questa direzione è stato smentito da Palazzo Chigi e sinceramente non ci vedo contraddizione con quanto detto da Musk", ha detto ieri rispondendo ai cronisti a Roma all'uscita dal Copasir.

Le opposizioni però sono in allarme e attaccano il governo, chiedendo che riferisca subito in Parlamento: "Se 1,5 miliardi di soldi degli italiani per portare i satelliti del miliardario americano nel nostro Paese è il prezzo che dobbiamo pagare per la sua amicizia (di Meloni con Musk, ndr) noi non ci stiamo, l’Italia non si svende", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.

L’ipotesi che la sicurezza nazionale dipenda da Space X è preoccupante anche per Nicola Fratoianni (Avs): "Affidare la sicurezza militare del nostro Paese a un’azienda privata di uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo può essere un clamoroso errore".

"Questo affidamento a Musk – ha aggiunto Fratoianni – sarebbe inoltre il definitivo salto nella privatizzazione dell’Italia, in materia di infrastrutture di reti e di comunicazione dopo la vendita della rete Telecom al fondo americano Kkr". Il leader del M5s Giuseppe Conte, ha domandato invece se "i ‘patrioti' al governo stanno mettendo la nostra sicurezza nazionale nelle mani di Musk", ribadendo la necessità di una maggiore trasparenza sulla vicenda da parte dell'esecutivo.

Per il segretario della Lega Matteo Salvini, invece, un eventuale accordo non sarebbe una minaccia ma una opportunità: "Musk è un protagonista dell'innovazione a livello mondiale: un eventuale accordo con lui per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità. Confido che il governo acceleri in questa direzione, perché offrire servizi migliori ai cittadini è un dovere". Un ulteriore segnale dell'orientamento del governo in questa trattativa.

Musk risponde a Salvini

"Sarà fantastico. Altri paesi in Europa chiederanno di adottarlo". Ha risposto così su X il patron di SpaceX, Elon Musk, al vicepremier Matteo Salvini, che ieri, sullo stesso social, aveva detto di essere d'accordo con eventuale accordo sui satelliti Starlink.

Secondo il presidente del M5s Giuseppe Conte, "Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la gara a chi è più amico di Musk. Sul piatto resta un possibile accordo per consegnare pezzi della nostra sicurezza nazionale a Musk per 1,5 miliardi degli italiani", ha scritto sui social, riprendendo i messaggi di Matteo Salvini ed Elon Musk. "Vengano in Parlamento a spiegare anziché stare sui social o nascondersi dietro qualche nota. Non possiamo sapere quel che sta succedendo nel nostro Paese dai commenti social di un cittadino straniero come Musk interessato a espandere i suoi affari in Italia e in Europa. La storia è costellata da personalità tutte ‘genio e sregolatezza'. Ma un governo che vuole tutelare l'interesse nazionale e la trasparenza dei processi democratici non affida a loro asset strategici con trattative riservate. Viene piuttosto in Parlamento a chiarire a tutti gli italiani", ha aggiunto.

"Questa vicenda ci preoccupa e non è di certo il miglior modo per festeggiare il compleanno del nostro Tricolore: quello di cui Meloni negli Stati Uniti, con una memorabile figuraccia, aveva già dimostrato di non conoscere il significato".

Anche Schlein ha commentato: "La corsa della destra italiana al bacio della pantofola all’uomo più ricco del mondo starebbe assumendo tratti ridicoli, se non fosse che in gioco ci sono la sicurezza nazionale, i soldi dei cittadini italiani e i loro dati sensibili". E ancora: "È sempre più urgente che Meloni venga in Parlamento a riferire su questa vicenda paradossale, perché è preoccupante la disinvoltura con cui la destra promette agli uomini più ricchi e potenti del mondo contratti da miliardi di euro, pagati dai contribuenti, quando in Italia taglia sulla sanità pubblica e sulla qualità della vita dei cittadini".

Le interrogazioni parlamentari del Pd

Il Partito democratico ha annunciato di aver presentato interrogazioni al Parlamento e al Parlamento europeo: "Sono quasi quotidiane le interferenze politiche del signor Elon Musk nei confronti di Stati membri dell'Europa. L'uomo più ricco del pianeta è un pericolo per le nostre democrazie anche perché da proprietario della piattaforma X manipola il dibattito pubblico e da monopolista convinto mette in discussione la libera concorrenza, hanno dichiarato Antonio Nicita (vicecapogruppo Pd al Senato) e Sandro Ruotolo (europarlamentare e membro della segreteria del Pd). Le interrogazioni hanno l'obiettivo di "sottolineare la nostra preoccupazione e la nostra opposizione all'ipotesi che il governo italiano possa concludere un contratto quinquennale da 1,5 miliardi di euro – cifra del tutto sproporzionata – con SpaceX-Starlink di Elon Musk".

Nel testo delle interrogazioni si chiede di "far luce su questioni strategiche", perché "la salvezza della nostra democrazia oggi passa anche per la sicurezza nazionale e la sovranità digitale. Il controllo dell'industria, dell'aerospaziale, delle auto elettriche, dei social media (attraverso la piattaforma X) fanno del magnate americano un proprietario espressione del tecnopopulismo allergico a ogni regola, specie quelle europee che riguardano la concorrenza. Il proprietario di X non ha alcuna intenzione di adeguarsi alle prescrizioni del Digital Services Act. Anzi. Elon Musk fa un uso personalistico incendiario della piattaforma, propagando notizie false e hate speech".

In particolare, "se il modello Starlink è così indispensabile e urgente perché non osserviamo una corsa dei Paesi membri per sottoscrivere contratti con Musk, ma solo una irresistibile ansia italiana? Inoltre, la strategia europea promuove lo sviluppo di tecnologie di telecomunicazione interne per evitare dipendenze strategiche, soprattutto in settori critici come la sicurezza. Oggi il signor Musk rappresenta un pericolo per gli assetti politici ed economici dell'Europa". Nicita e Ruotolo hanno chiesto alla presidente Von der Leyen e al governo italiano "se non sia il caso di investire in soluzioni europee per evitare di finire nelle mani di un monopolista amico dell'internazionale reazionaria".

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