Cosa sappiamo della polizza assicurativa contro le calamità per case e imprese
Prosegue il dibattito sull'obbligo di assicurare la propria casa contro le calamità naturali. A partire dal primo gennaio del 2025 scatterà il vincolo assicurativo per le imprese introdotto dalla legge di Bilancio dello scorso anno, ma dopo l'ennesima alluvione che ha colpito Emilia-Romagna e Marche, nella maggioranza si è tornati a discutere dell'ipotesi di allargarlo anche alle abitazioni private.
La questione, tuttavia, divide gli alleati. Solo pochi giorni fa Fratelli d'Italia aveva tentato di introdurre, tramite un emendamento al dl Omnibus, la proroga di un anno del termine entro il quale le imprese saranno tenute a stipulare delle polizze contro i danni procurati dalle catastrofi climatiche. Dal governo era poi arrivata la strigliata e il conseguente ritiro della proposta di rinvio.
Cosa prevede l'obbligo di assicurazione contro i disastri naturali
Per quanto riguarda l'obbligo per le imprese, la manovra dello scorso anno ha previsto che le aziende con sede legale in Italia, così pure quelle estere ma con una stabile organizzazione nel Paese, dovranno entro il 31 dicembre 2024 "contratti assicurativi a copertura dei danni ai beni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale".
Le legge rimanda a decreti attuativi del Ministero delle Imprese e di quello dell'Economia la definizione delle modalità per rendere operativo il vincolo. Allo stesso tempo, viene precisato che "al fine di contribuire all’efficace gestione del portafoglio gestito dalle compagnie assicurative per la copertura dei danni, SACE S.p.A. – ovvero il gruppo assicurativo gestito dal Mef e specializzato nel sostegno alle imprese – è autorizzata a concedere a condizioni di mercato, in favore degli assicuratori e riassicuratori del mercato privato una copertura fino al 50% degli indennizzi cui i medesimi sono tenuti a fronte del verificarsi degli eventi di danno".
Negli scorsi giorni, in occasione di un contro con i rappresentanti di categoria, il ministro Adolfo Urso ha illustrato lo schema di decreto interministeriale con le indicazioni sulle tipologie di imprese soggette al vincolo e di eventi che andranno assicurati, quali alluvioni, inondazioni, esondazioni, terremoti e frane. Il testo introduce altresì, l'obbligo per compagnie assicurative "di corrispondere un anticipo del 30% del danno per i sinistri legati a eventi catastrofali".
Intanto, procede in Parlamento l'iter della "Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità", all'esame della Commissione ambiente. È qui che potrebbe trovare spazio l'allargamento delle polizze obbligatorie anche alle famiglie con la previsione di indennizzi rivolti non solo alle imprese ma anche alle "persone fisiche".
Ad ogni modo non è chiaro se si tratterà di un vero e proprio obbligo. Sebbene in un primo momento il ministro della Protezione civile Nello Musumeci abbia aperto a questa possibilità, successivamente ha voluto chiarire che si prevede di renderlo facoltativo, almeno all'inizio.
Musumeci sostiene comunque che la misura possa produrre degli effetti positivi dal momento che i costi dell'assicurazione risulterebbero inferiori rispetto alle spese per la ricostruzione. "Se io ho una casa accanto ad un fiume, mi metto al sicuro, facendo quello che faccio con la mia macchina, ricorrendo all'assicurazione", è la posizione del ministro.
Considerando che secondo il Consiglio nazionale delle ricerche il 55% delle case italiane si trova in aree rischio idrogeologico e solo il 5% risulterebbe coperto da una polizza, l'ipotesi di imporre un obbligo anche ai proprietari privati non pare così irrealizzabile, sebbene sia Lega che opposizioni abbiano definito la misura una "nuova patrimoniale sulla casa". In attesa dei prossimi sviluppi, che potrebbero richiedere parecchio tempo vista l'apertura dei lavori sulla manovra, il confronto resta aperto.