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Cosa sappiamo del nuovo centro di trattenimento per migranti che il governo apre a Porto Empedocle

Un centro richiedenti asilo verrà realizzato accanto all’hotspot di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Dopo il fallimento dell’operazione dell’anno scorso, quando diverse sentenze del tribunale di Catania avevano bocciato il decreto Cutro, non convalidando i trattenimenti dei richiedenti asilo nella struttura di Pozzallo, il governo Meloni ci riprova con una nuova struttura di trattenimento per migranti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo Meloni ci riprova. Con il favore questa volta non delle tenebre ma della pausa estiva di Ferragosto, l'esecutivo ha messo in piedi un centro di trattenimento per i migranti fermati dalla polizia, che sono in attesa del pronunciamento dei giudici di Palermo sulle richieste di asilo, e sulle procedure accelerate di rimpatrio.

Un'urgenza inspiegabile quella del governo, che si è affrettato ad aprire una struttura di detenzione per richiedenti asilo in un momento in cui i numeri, rivendicati dallo stesso ministro Piantedosi, parlano di un crollo degli sbarchi, scesi del 63% rispetto al 2023 e del 20% rispetto al 2022.

La notizia era stata anticipata dal Manifesto lo scorso 31 luglio, e ora ha avuto piena conferma. Accanto all'hotspot di Porto Empedocle, in contrada Caos, in via Luigi Pirandello, sono stati installati dei container-casa. All'inizio sarà una sorta di test,  in principio ci saranno posti per 10 persone, poi quando il centro sarà in piena attività, potrebbe avere una capienza di 70 posti.

Sulle richieste di asilo, e sulle procedure accelerate di rimpatrio, saranno i giudici di Palermo a pronunciarsi. L'hotspot di Porto Empedocle, costato circa 3 milioni di euro, è entrato in funzione sul finire della scorsa estate: è composto da 7 corpi con 4 unità abitative ciascuno e può ospitare 280 persone, capienza che può essere aumentata – ma fino ad oggi non è mai stato necessario – in base ai flussi migratori.

Il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura ha pubblicato su X le due circolari, una del presidente della sezione immigrazione del capoluogo siciliano Francesco Micela e una presidente del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, che hanno confermato l'apertura del nuovo centro di trattenimento per i rimpatri accelerati nei cosiddetti "paesi sicuri di provenienza", in base a quanto stabilito dal decreto Cutro.

Un'operazione che arriva dopo che i giudici Apostolico e Cupri del tribunale di Catania l'anno scorso non hanno convalidato il trattenimento dei richiedenti asilo nel centro di Modica/Pozzallo, perché non sarebbe in linea con le norme europee. E così il governo ora ci ritenta, spostando la competenza in altro distretto, quello di Palermo.

In tutte le sentenze del tribunale di Catania veniva fatto presente che la procedura accelerata di frontiera, iter rapido per la richiesta d’asilo, può essere applicata solo nel luogo di arrivo, per esempio l'isola di Lampedusa. E modica non può essere considerata una zona di frontiera. Nelle sentenze del tribunale di Catania poi si contestava la legittimità della cauzione in denaro – che è stata recentemente ammorbidita, stabilendo che la garanzia finanziaria deve essere tra 2.500 e 5.000 euro, con valutazione compiuta caso per caso, come chiedeva appunto la Commissione Ue, e tenuto conto della situazione individuale dello straniero – e che in base al decreto del governo Meloni sarebbe l'unica via per evitare la detenzione.

Sul sito della prefettura di Agrigento è stata pubblicato l'avviso della ‘Procedura negoziata per affidamento gestione centro di trattenimento immigrati di Porto Empedocle', "aperta a tutti gli operatori del settore oggetto di conferimento, per l'affidamento della gestione e del funzionamento del centro di trattenimento degli immigrati, ubicato in C.da Caos a Porto Empedocle, per una capienza di 70 posti per la durata di 7 mesi e, comunque, sino ad esaurimento delle somme per cui viene aggiudicata la gara", si legge.

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M5s presenta un'interrogazione parlamentare sul centro di Porto Empedocle

"Il ministero dell'Interno vuole applicare a Porto Empedocle, in una parte dell'hotspot già realizzato, le procedure accelerate di frontiera che prevedono il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai 22 Paesi definiti ‘sicuri' durante l'iter della domanda di protezione. Questa novità è dovuta al ritardo dell'inutile operazione Albania, il fallimento annunciato del governo Meloni che annaspa improvvisando delle non soluzioni", ha spiegato la deputata M5s, nonché ex sindaca di Porto Empedocle, Ida Carmina.

"Ho presentato un'interrogazione, sottoscritta dalle deputati e dai deputati siciliani del M5s, al ministro dell'Interno e a quello della Giustizia, per far presente che la provincia di Agrigento ha storicamente già subito una pressione oltremodo impattante dal fenomeno migratorio. Questa scelta avrebbe anche ricadute evidenti sull'organizzazione della giustizia: con lo spostamento del centro per le procedure accelerate da Pozzallo al comune dell'Agrigentino, la competenza distrettuale passerebbe a Palermo. Il governo deve dirci come pensa di sostenere le nuove incombenze che ricadrebbero sul tribunale del capoluogo regionale. La nostra comunità merita chiarezza e risposte concrete", ha concluso.

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