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Cosa sapere sui dazi Usa prima che Trump li annunci, quali prodotti colpiranno e quanto rischia l’Italia

Donald Trump annuncerà i dazi contro molti Paesi – inclusa l’Italia – mercoledì alle ore 22 italiane. La risposta dell’Ue sarà definita solo quando si conosceranno più dettagli sui prodotti coinvolti. L’economia italiana potrebbe essere tra le più colpite, ma il governo Meloni non è stato molto critico sui dazi di Trump.
A cura di Luca Pons
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Si avvicina l'entrata in vigore dei dazi statunitensi: domani, mercoledì 2 aprile, alle ore 22 italiane, è atteso il discorso pubblico con cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncerà le nuove tariffe, che colpiranno moltissimi Paesi, tra cui l'Italia. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha detto che sarà una giornata "tra le più importanti della storia moderna americana", e lo stesso Trump si è riferito più volte alla data di domani come al giorno della liberazione degli Usa.

L'Unione europea risponderà a sua volta con dei dazi, anche se il ‘contrattacco' è ancora da definire con precisione. L'Italia sarà uno dei Paesi più esposti, considerando quanto commercia con gli Stati Uniti e quanto la sua economia sia basata sulle esportazioni, ma il governo Meloni si è mostrato ben poco critico dei dazi di Trump.

Quando partono i dazi degli Stati Uniti contro l'Europa

Come detto, l'annuncio è atteso mercoledì alle 22 italiane. Saranno le 16 a Washington, dove Trump parlerà dal giardino di rose della Casa Bianca. I dazi saranno "immediatamente efficaci", ha chiarito l'amministrazione, dunque entreranno in vigore senza ulteriori attese. Partiranno anche le tariffe su Canada e Messico che erano state rinviate per un mese.

Praticamente in contemporanea partirà anche una misura già annunciata: i dazi del 25% sulle auto e le componenti. Questi scatteranno alla mezzanotte tra mercoledì 2 e giovedì 3 aprile. È uno dei pochi dettagli che l'amministrazione ha reso nota. Le altre decisioni, hanno detto, spettano al presidente in persona, che avrebbe consultato i numerosi esperti a sua disposizione per valutare quali tariffe imporre e quanto farle pesare. L'obiettivo dichiarato sarebbe di "riportare l'America all'età dell'oro e renderla una superpotenza manifatturiera".

Quali prodotti e quali Paesi saranno colpiti con i dazi

Come detto, uno dei dazi riguarderà le auto e i componenti per automobili che vengono prodotti all'estero. Un altro, già attivo, riguarda acciaio e alluminio. Per il resto si tratterà di tariffe reciproche, che quindi potrebbero essere tarate per ciascun Paese in base ai settori più sensibili. Oppure, come predicono alcuni analisti, potrebbero esserci dazi del 20% su tutti i prodotti importati (perlomeno dai Paesi europei), senza distinzioni tra uno Stato e l'altro. Questo era stato l'annuncio fatto in campagna elettorale da Trump.

Sembra quasi certo che verranno colpiti i prodotti alimentari, anche se non è ancora chiaro quali. E probabilmente anche il settore tecnologico subirà delle conseguenze. Si è parlato anche dei farmaci, del legname e del rame. Per l'Italia sarebbe particolarmente grave un incremento per il settore tessile e della moda, oltre che per quello del vino. Si potrà avere una certezza solo nel momento dell'annuncio, ma stando a quanto dichiarato dal presidente la gamma di prodotti coinvolti sarà decisamente ampia.

Per quanto riguarda i Paesi colpiti, anche su questo punto finora non ci sono conferme ufficiali. L'amministrazione Trump ha solo detto che tutti coloro che hanno "trattato scorrettamente" gli Stati Uniti saranno colpiti. L'attenzione potrebbe focalizzarsi anche solo sugli Stati con cui gli Usa hanno un maggiore deficit commerciale (cioè importano più di quanto esportano). In entrambi i casi, non c'è dubbio che l'Unione europea in generale e l'Italia in particolare saranno colpiti. L'Italia esporta 67 miliardi di beni negli Usa, e importa ‘solo' 25 miliardi.

Peraltro, secondo un calcolo di Bloomberg che ha sommato tutte le tariffe e le barriere commerciali imposte dai vari Paesi agli Stati Uniti, considerando anche l'Iva, l'Italia sarebbe quella che ‘danneggia' di più le esportazioni Usa al momento. E quindi, se l'amministrazione Trump scegliesse di procedere con tariffe specifiche per ciascun Paese ("reciproche"), proprio l'Italia sarebbe la più colpita, con tariffe fino al 60%. Per ora, come detto, si parla solo di speculazioni e ipotesi.

La risposta dell'Unione europea

L'Unione europea risponderà a sua volta con dei contro-dazi, lo ha ribadito oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "Questo scontro non è nell'interesse di nessuno", ha detto, ricordando che la relazione commerciale tra Usa e Ue è "la più grande e prospera al mondo". Però ha ribadito che l'Europa non ha iniziato questo scontro". Poi ha aggiunto: "Non vogliamo necessariamente vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci se necessario". È possibile, quindi, che scatteranno "contromisure molto decise".

Queste saranno le misure che avranno un effetto più diretto e immediato sui cittadini europei: le tariffe imposte dall'Ue faranno salire i prezzi per i prodotti che compriamo dagli Usa. Anche in questo caso, però, non c'è un elenco preciso o una tempistica definita, dato che la Commissione europea aspetta di conoscere con esattezza le misure che colpiranno l'Europa domani.

La strategia europea, ha detto von der Leyen, avrà tre punti fondamentali. Il primo saranno i negoziati con la Casa Bianca, per cercare di non arrivare a una guerra commerciale. Il secondo sarà la diversificazione dei rapporti commerciali, cercando anche di rafforzare i legami con la Cina e l'India. E il terzo sarà puntare ancora di più sul mercato unico, cercando di ridurre ulteriormente gli ostacoli al commercio all'interno dell'Unione europea.

Il governo Meloni appoggia Trump, Salvini: "No ai contro-dazi Ue"

L'Italia, come detto, potrebbe essere uno dei Paesi più colpiti dai dazi statunitensi. Oggi il presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga si è detto "preoccupato", e ha chiesto che "a livello nazionale ed europeo si intavoli subito una negoziazione con l'amministrazione statunitense".

Il governo Meloni, però, ha mostrato poca preoccupazione finora. Oggi il ministro degli Esteri Tajani si è limitato a commentare: "Non dobbiamo piegare la testa, ma neanche essere anti-americani. Bisogna trovare una soluzione che permetta a tutte le imprese italiane di non subire danni. I dazi non fanno bene a nessuno". Poi ha ribadito che dovrà essere l'Unione europea a trattare: "L'Italia non può fare da sé, è competenza Ue".

Matteo Salvini, chiamato in causa dai giornalisti, ha criticato la scelta di Ursula von der Leyen di parlare di "vendetta" o "rappresaglia": "Vendicarsi e aprire guerre commerciali non fa l'interesse di nessuno. Fare la guerra agli Stati Uniti non è una cosa intelligente. I dazi non sono una scelta positiva ma queste questioni vanno risolte al tavolo non con i contro-dazi. Con Trump occorre ragionare, commerciare, sicuramente vendicarsi non è un buon punto di partenza".

Intanto, le opposizioni hanno chiesto a Giorgia Meloni un'informativa urgente, "per parlare urgentemente dei dazi". Ad annunciarlo è stata Raffaella Paita, capogruppo di Italia viva al Senato. Vedendo i precedenti, è improbabile che la presidente del Consiglio risponderà alla chiamata. La sua prossima apparizione in Parlamento è fissata per il 23 aprile, quando risponderà al question time a Palazzo Madama.

Se fossero confermate le anticipazioni delle ultime ore, la premier arriverà in Aula pochi giorni dopo aver incontrato il vicepresidente degli Stati Uniti. JD Vance, infatti, starebbe programmando un viaggio in Italia tra il 18 e il 20 aprile. È scontato che in questo caso ci sarebbe un incontro tra i due, e probabilmente uno dei punti di confronto principali sarebbe proprio quello dei dazi.

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