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Covid 19

Cosa rischia chi non indossa la mascherina all’aperto dalle 18 alle 6

L’ordinanza del ministero della Salute ha introdotto l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto – tra le 18 e le 6 del mattino – nei luoghi della movida e, più in generale, laddove si creino assembramenti e sia impossibile evitarli. Ma cosa succede a chi infrange questa norma? Andiamo a vedere a quanto ammonta la multa per chi non rispetta le restrizioni anti-Covid.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dove non è possibile mantenere le distanze ed evitare assembramenti, c’è ora l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto tra le 18 e le 6 del mattino. Un obbligo che non vale solo per le zone della movida, ma per tutti i luoghi pubblici all’aperto in cui si possono creare assembramenti. Non solo davanti ai locali, quindi. L’ordinanza del ministero della Salute prevede che l’obbligo valga in luoghi come vie, piazze, lungomari. E si fa riferimento anche agli assembramenti di natura “spontanea o occasionale”. Basta poco, in sostanza, affinché si consideri il rischio di assembramenti anche in luoghi come i parchi e le piazze. Oltre che nelle strade limitrofe ai locali notturni o agli stabilimenti balneari. Secondo l’ordinanza, inoltre, le Regioni non possono prevedere deroghe alla norma, ma possono, tuttalpiù, introdurre interpretazioni più restrittive del provvedimento, magari con misure più stringenti sulla base della fascia oraria o dei singoli luoghi a cui si fa riferimento.

Cosa si rischia: multe fino a 400 euro

Nel caso in cui non vengano indossate le mascherine dove esiste l’obbligo a causa del pericolo di assembramento, il rischio è quello di andare incontro a una sanzione. La multa, nello specifico, equivale a quelle applicate in caso di mancato rispetto delle norme previste per evitare la diffusione del contagio da Covid-19. Si tratta, quindi, di una sanzione da 400 euro per chi non indosserà la mascherina laddove, invece, sarebbe previsto l’obbligo tra le 18 e le 6 del mattino, anche all’aperto.

Obbligo mascherine all’aperto, i controlli e gli appelli dei sindaci

Le nuove regole, però, preoccupano ancora molti sindaci. Soprattutto i primi cittadini di comuni turistici o delle località balneari. Il problema deriva dalla difficoltà di mettere in campo i controlli necessari. Molti sindaci chiedono al governo di aiutarli per poter garantire i controlli, rendendoli quotidiani. Motivo per cui si è mosso anche il Viminale, scrivendo ai prefetti e chiedendo di organizzare i controlli sul territorio. Il nuovo capo di gabinetto del ministero, Bruno Frattasi, ha inviato una circolare ai prefetti per convocare una riunione dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza, confrontandosi anche con i sindaci e la polizia locale per mettere in campo le misure idonee in tema di vigilanza e prevenzione.

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