Cosa racconta la nuova inchiesta di Report su Vittorio Sgarbi e un quadro rubato
La puntata di Report andata in onda ieri sera, domenica 17 dicembre, ha ricostruito la vicenda di un quadro rubato e dei suoi presunti legami con il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, già al centro di polemiche politiche nelle scorse settimane. La vicenda ha suscitato scalpore anche perché i legali di Sgarbi hanno provato, con una diffida, a impedire che la trasmissione andasse in onda.
La storia del quadro di Manetti, il furto e la mostra di Sgarbi
L'inchiesta condotta da Report in collaborazione con il Fatto quotidiano si concentra su un quadro di Rutilio Manetti, senese del Seicento. L'opera è "La cattura di San Pietro", che fino al 2013 era esposta al Castello di Buriasco (vicino a Pinerolo, in Piemonte). La proprietaria del castello e del dipinto, Margherita Buzio, a febbraio del 2013 denunciò il furto dell'opera: la tela era stata tagliata nella notte, lasciando la cornice, ed era stata sostituita con una fotografia per rendere meno evidente il reato.
La denuncia all'epoca venne archiviata in pochi giorni, senza un esito per le indagini. Report ha sottolineato che, stando alle dichiarazioni di Buzio, poche settimane prima del furto si era detto interessato all'acquisto Paolo Bocedi, collaboratore di Sgarbi fino al 2003 e ancora in buoni rapporti con il sottosegretario. Il servizio di Report aggiunge che il critico d'arte avrebbe già visto l'opera alcuni anni prima, in un pranzo al castello, cosa che lo stesso Sgarbi ha confermato.
Il punto è che il dipinto, secondo Report, sarebbe riapparso nel 2021 in una mostra inaugurata dallo stesso Sgarbi, che avrebbe contenuto un dipinto di Manetti "inedito". L'opera esposta dal sottosegretario è estremamente simile a quella sparita nel 2013: una differenza visibile è che, in alto a sinistra, c'è una candela che nel dipinto rubato non c'era.
Il restauratore accusa: "Capii che era una tela che scottava"
Sgarbi ha negato che si tratti della stessa opera e ha parlato di "coincidenze". Il dipinto esposto, infatti, si sarebbe trovato in una villa nel Viterbese che Rita Cavallini (madre di Sgarbi) aveva acquistato anni prima, nel 2000. Si tratta di Villa Maidalchina, dove – secondo la ricostruzione del sottosegretario – il quadro sarebbe stato trovato durante lavori di restauro. Sgarbi ha detto che l'opera era già presente in un inventario dei beni della villa risalente al Seicento, anche se Report ha sottolineato che nell'inventario in questione si parla di quadri di San Pietro, ma non si specifica che ci sia l'opera di Manetti.
La trasmissione di Rai 3 ha parlato anche con Gianfranco Mingardi, restauratore di Brescia che ha collaborato con Sgarbi in passato. Mingardi ha detto di aver ricevuto una chiamata dal critico d'arte nel 2013: "Ti mando un dipinto da mettere a posto, dice". La tela sarebbe stata consegnata senza cornice: dalle foto mostrate da Mignardi, sembrerebbe identica all'opera trafugata a Pinerolo. Nelle immagini di Mignardi la candela, che era presente invece nel quadro esposto da Sgarbi, non c'è.
"Mi resi conto che quella tela scottava, gli chiesi allora un’attestazione di proprietà", ha spiegato Mingardi, dicendo che però questa attestazione non è mai arrivata: "Quando protestai mi disse di star tranquillo, che tanto poteva raccontare che stava a Villa Maidalchina, quella poi indicata nella mostra. Gliela restituii finita il 10 dicembre 2018″. Al momento della restituzione, il restauratore ha confermato che non c'era alcuna candela sul dipinto.
La replica di Sgarbi: "I quadri sono diversi, si vede a occhio"
Sgarbi ha negato completamente di aver coinvolto Mingardi nella restaurazione del suo quadro di Manetti. Al Corriere della Sera ha dichiarato: "Ha lavorato per mia madre, sbagliò un lavoro ma pretendeva molti soldi che non gli furono pagati, da allora cova vendetta. Il quadro del Manetti lo affidai a un altro restauratore di fiducia. È diverso a occhio nudo da quella crosta che sarebbe stata rubata: a sinistra c'è una colonna e c'è una torcia che nell'altro non ci sono. Si tratta di due tele diverse, l'originale è la mia, l'altra è una copia malfatta".
Come detto, il legale di Vittorio Sgarbi ha inviato una pec con una diffida alla Rai prima della messa in onda della puntata di Report. Il sottosegretario si è spiegato così: "Se vi fosse un’inchiesta in corso – e a dirlo sono proprio loro – starebbero violando il segreto d’ufficio. O comunque il mio diritto alla riservatezza, visto che mi hanno intervistato e non ho dato la liberatoria".
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha replicato: "Quello che raccontiamo è stra documentato, i carabinieri stanno indagando dopo la nostra inchiesta, Sgarbi faccia quello che vuole. Mingardi dice che fu lui a contattarlo per il restauro della tela e che gli fu consegnata da Bocedi, in moto, al casello di Brescia. Nell’inventario di Villa Maidalchina l’opera non risulta. Come mai nessuno dei vecchi proprietari l’aveva catalogata? I due quadri sono identici e possiamo provarlo. Abbiamo trovato un brandello di tela ancora attaccato alla cornice originale, basta confrontarli".
La polemica politica: "Il ministro Sangiuliano riferisca in Aula"
Il caso ha suscitato reazioni anche in campo politico: il Movimento 5 stelle ha chiesto con una nota che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, riferisca in Aula sul tema. "Non esiste Paese al mondo in cui un esponente del governo accusato di aver rubato un prezioso dipinto del Seicento possa rivestire il ruolo di sottosegretario alla Cultura. Non esiste ministro della Cultura al mondo che possa tollerare che una persona che riveste un ruolo tanto importante nel proprio ministero possa avere una simile ombra nel proprio curriculum. Chiediamo che Gennaro Sangiuliano venga immediatamente in aula a riferire".