Cosa prevede il nuovo decreto sicurezza del governo Meloni per fermare gli sbarchi di migranti
Un nuovo pacchetto di norme dedicato alla sicurezza, per intervenire subito e dare un segnale ai cittadini davanti all'incremento dei flussi migratori verso l'Italia. L'idea del governo Meloni è più o meno questa e il tempismo – legato ai fatti di cronaca – non è certo una novità per i suoi provvedimenti. Sta di fatto che nei giorni in cui l'isola di Lampedusa registra un afflusso di migranti visto raramente nella sua storia – sono arrivate più di settemila persone in due giorni – il ministro Salvini rilancia l'idea di nuovi decreti sicurezza, convinto di avere solo da guadagnare ritirando fuori un provvedimento che lo portò al record di consenso con la Lega. Ma soprattutto convinto di poter pressare Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia con la battaglia sull'immigrazione.
Il ministro Piantedosi aveva parlato di un provvedimento in Consiglio dei ministri entro la fine di settembre, mentre Salvini ha rilanciato puntando su lunedì prossimo. Difficile, quasi impossibile. Anche perché il rischio è il solito: presentare un decreto scritto male, che poi verrà modificato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale settimane dopo. In ogni caso, entro fine mese tornerà sul piatto un nuovo decreto sicurezza, che dovrà essere ancora più incisivo dell'esperienza precedente.
Le priorità saranno velocizzare i rimpatri e aumentare i Centri per il rimpatrio, arrivando ad averne almeno uno per Regione. Non è ancora chiaro in che modo il governo intenda semplificare le regole per rimpatriare i migranti – soprattutto quelli considerati "problematici" – mentre sui Cpr, che pure rappresentano una delle peggiori zone d'ombra del sistema accoglienza voluto da Salvini, la volontà di realizzarne di nuovi è nota. Si sta parlando, inoltre, di rivedere la legge Zampa del 2017, che prevede la possibilità, per i migranti, di auto-dichiararsi minori. Il governo vorrebbe eliminarla, ma non è chiaro come farebbe poi a distinguere chi è maggiorenne da chi non lo è.