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Cosa potrebbe cambiare con il monitoraggio di domani e quali Regioni sono a rischio zona gialla

Il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità di venerdì 24 settembre non dovrebbe cambiare la suddivisione in colori delle Regioni italiane: quasi certa di restare in zona gialla la Sicilia, nonostante un netto miglioramento dei dati, mentre tutti gli altri territori sembrano poter conservare la zona bianca. Vediamo i dati di ogni singola Regione basandoci sui parametri decisivi: i ricoveri e l’occupazione delle terapie intensive.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, atteso come di consueto per venerdì, non dovrebbe modificare nulla: l’Italia molto probabilmente resterà tutta in zona bianca, fatta eccezione per la Sicilia che ormai da qualche settimana è nella fascia gialla. La decisione definitiva verrà presa solo venerdì, ma va ricordato che solitamente i dati riguardanti i ricoveri su cui si basa il ministro della Salute, Roberto Speranza, per firmare le ordinanze sono quelli del martedì. Anche se nell’ultima settimana ha deciso di guardare a cifre più aggiornate, quelle del giovedì, evitando così la ‘retrocessione’ in zona gialla per la Calabria. Ricordiamo che per andare in zona gialla devono essere tre i valori al di sopra delle soglie: un’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti superiore ai 50 casi, l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva superiore al 10% e quella dei posti in area medica superiore al 15%.

I dati su ricoveri e terapie intensive Regione per Regione

Attualmente, stando ai dati Agenas aggiornati al 22 settembre, a livello nazionale l’occupazione dei reparti di rianimazione è al 6% e quella in area non critica al 7%, con valori stabili. Vediamo i dati di ogni singola Regione, tenendo conto che la prima cifra è quella relativa alle terapie intensive e la seconda riguarda i ricoveri in area medica:

  • Abruzzo 2% – 6%
  • Basilicata 3% – 15%
  • Calabria 8% – 18%
  • Campania 3% – 8%
  • Emilia-Romagna 6% – 5%
  • Friuli-Venezia Giulia 6% – 4%
  • Lazio 5% – 7%
  • Liguria 2% – 4%
  • Lombardia 4% – 7%
  • Marche 10% – 6%
  • Molise 5% – 2%
  • Bolzano 9% – 4%
  • Trento 3% – 3%
  • Piemonte 4% – 3%
  • Puglia 4% – 7%
  • Sardegna 9% – 11%
  • Sicilia 10% – 16%
  • Toscana 9% – 6%
  • Umbria 7% – 6%
  • Valle d’Aosta 0% – 4%
  • Veneto 5% – 4%

Le Regioni in bilico tra zona bianca e zona gialla

Le Regioni a rischio e i cui valori sono vicini a quelli che farebbero scattare la zona gialla (e quindi più restrizioni) sono sempre le stesse. La prima è la Calabria, che fa però registrare un dato al di sotto della soglia per le terapie intensive, riuscendo probabilmente a evitare di perdere la fascia bianca: seppur con valori al di sopra del limite per l’occupazione dei posti letto in area medica, resta all’8% sui reparti di rianimazione, due punti sotto la soglia (nonostante un lieve incremento). Continua, invece, la discesa dei ricoveri in Sardegna: entrambi i valori sono ora al di sotto delle soglie (di un punto per le intensive, ma di ben quattro per l’area non critica).

Migliorano i dati anche in Sicilia: l’isola può ora sperare in un ritorno in zona bianca, riportando nuovamente valori molto vicini alla soglia limite: siamo al 10% per le terapie intensive (uguale al valore massimo, quindi) e al 16% per i ricoveri ordinari. Il costante miglioramento dei dati fa sperare la Sicilia in un ritorno vicino alla zona bianca. Superano invece una soglia a testa Marche e Basilicata: nel primo caso è stato raggiunto il 10% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, nel secondo il 15% dei ricoveri ordinari per Covid. Per entrambe le Regioni, però, non c’è rischio di passare nel breve periodo in zona gialla, grazie a valori molto al di sotto delle soglie per le terapie intensive in Basilicata e per l’area non critica nelle Marche.

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