Cosa pensano i costruttori edili del piano Salva casa di Salvini: “Buon primo passo, non è un condono”
Il piano Salva casa varato dal Consiglio dei ministri oggi è un "un buon inizio" per una "nuova attenzione al tema della casa e al problema del complesso delle norme edilizie ed urbanistiche", che in Italia sono "molto anziane: parliamo di una legge di governo del territorio che è del 1942". Stefano Betti, vicepresidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili), a Fanpage ha commentato il nuovo provvedimento, dando un parere sostanzialmente positiva: "Non è la soluzione in generale al problema della casa in senso ampio, ma ci sono passi in avanti".
Un "passo avanti" utile, ma servono interventi più ampi
Il testo allarga le maglie delle tolleranze costruttive, e amplia gli interventi che possono essere effettuati in edilizia libera: "Impatta su piccole difformità e consente delle regolarizzazioni che favoriscono sicuramente i cittadini", ha detto Betti. Soprattutto, "si supera l'atavico problema della doppia conformità per quanto riguarda le parziali difformità". In più, ci sono una serie di facilitazioni tecniche: "Lo stato legittimo degli immobili è molto più semplice da ritrovare", perché basterà il titolo abilitativo per il lavoro in questione, senza dover risalire ai più vecchi.
Sostanzialmente, per chi ha delle piccole irregolarità edilizie in casa diventerà più semplice andare in Comune e mettersi a norma pagando una sanzione, senza dover fare nuovi lavori per correggere la situazione: "Si potenziano una serie di piccoli strumenti per facilitare i cittadini e le pubbliche amministrazioni, che si devono concentrare su problemi più complessi. Lo vogliamo vedere come l'inizio di una nuova attenzione al tema della casa e al problema del complesso delle norme edilizie ed urbanistiche, servono interventi organici e sistemici e questo è un piccolo punto, ma è un buon inizio".
Perché la sanatoria Salva casa non è un condono
Per Betti, a questo punto si può escludere che si tratti di un condono edilizio: "Noi siamo contrari a qualsiasi forma di condono, è un favorire gli illeciti rispetto a coloro che hanno lavorato regolarmente. Ma questo provvedimento sistema situazioni ben diverse rispetto al concetto di condono".
In particolare, si parla "di piccole operazioni di sistemazione, di spostamenti di finestre o di parete, piccole variazioni entro i limiti previsti per le tolleranze. Non stiamo parlando di niente di trascendentale, solo di sistemare cose che era necessario sistemare, pagando delle oblazioni". Per di più, ha sottolineato il vicepresidente di Ance, c'è anche una norma che "consente ai Comuni di utilizzare le entrate derivate dalle sanatorie per interventi contro l'abusivismo, per dare ancora più corpo all'ipotesi che non si tratta di condoni".
Cosa bisogna migliorare nel decreto
Certo, il provvedimento si può migliorare, e a questo servirà il passaggio in Parlamento per la conversione in legge: "Sul cambio delle destinazioni d'uso" (da abitativo a turistico-ricettivo, per esempio) "si poteva osare un po' di più: si parla solo di quelli senza opere e per le singole unità immobiliari", mentre agire "con un po' più di coraggio" sarebbe importante perché il cambio di destinazione aiuta "la rigenerazione urbana e la trasformazione del territorio". Anche sulle intolleranze costruttive, "c'è un possibile problema perché è stato messo un limite temporale, mentre su quelle geometriche si potrebbe sicuramente cercare di rendere il provvedimento strutturale".
Sulla doppia conformità l'intervento è positivo, ma "probabilmente si è persa un'occasione: si penalizza leggermente chi ha fatto operazioni ante 1977, perché vengono trattate in maniera omogenea rispetto alle successive, invece probabilmente non sarebbe corretto". Ma sono "dettagli che nel percorso di trasformazione in legge possano vedere un intervento, noi parteciperemo alla discussione con il governo e con il Parlamento se ci chiameranno a farlo. Ci sono potenziali miglioramenti per andare a essere ancora più efficace".
Sperare che aiuti ad abbassare i prezzi delle case è "un po' ambizioso"
Sulla speranza espressa dal ministro Salvini, che l'intervento possa addirittura aiutare ad abbassare i prezzi delle case, Betti è stato molto cauto: "È una previsione abbastanza ambiziosa. In linea di principio, rende gli immobili più fruibili, quindi più commerciabili, quindi teoricamente potrebbe avere un effetto. Ma non è certamente questo lo strumento che abbatte i prezzi degli immobili in Italia".