Cosa pensa Giorgia Meloni dell’autonomia differenziata in arrivo in Parlamento
Il 2024 sarà l'anno dell'autonomia differenziata e del premierato. Ma anche della riforma della giustizia e della burocrazia, secondo Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa di inizio anno con i giornalisti parlamentari, ha toccato moltissimi temi, tra cui anche i progetti per il 2024. Da un lato c'è la "madre di tutte le riforme", dall'altro un cavallo di battaglia storico della Lega di Matteo Salvini, che mai come ora sente finalmente vicino l'obiettivo. È il momento di portare a dama l'autonomia. Ora o mai più, anche per dare una risposta a tutti quei territori storicamente fedeli al Carroccio che negli ultimi anni stanno scivolando nell'enorme bacino di Fratelli d'Italia.
Il 16 gennaio il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata arriva in Parlamento, al Senato. È un momento molto atteso, anche perché nella Lega c'è chi aspetta di vedere se davvero gli altri partiti seguiranno il Carroccio. Che possa essere moneta di scambio, in effetti, pare molto probabile. Sono molte le questioni sul tavolo su cui il centrodestra non è pienamente d'accordo, al di là di un'unità manifestata ma già smentita dalla lite per il candidato in Sardegna.
"L'autonomia si tiene con il premierato, perfettamente – ha detto nella conferenza stampa di ieri Giorgia Meloni – Oggi ci sono presidenti di Regione eletti direttamente che hanno una forza sbilanciata rispetto al premier. Ripristinare questo equilibrio è importante". Poi ha aggiunto: "Non credo nelle sperequazioni fra Nord e Sud, l'autonomia non è togliere a una Regione per dare a un'altra, ma stabilisce il principio che se tu gestisci bene le tue risorse lo Stato può valutare di darti anche altre competenze". Insomma, "credo che questo possa essere un volano anche per il Mezzogiorno, non mi stupisce che a schierarsi contro l'autonomia siano quelli che spendono peggio i fondi Ue".