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Covid 19

Cosa intende Conte quando chiede di limitare gli spostamenti non necessari

Il governo, per bocca del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, invita i cittadini a limitare gli spostamenti non necessari. Un concetto (forse volutamente) vago, che non fa capire quali spostamenti siano ritenuti giusti e quali no. Proviamo a capire che intende il governo con questa definizione e quali sono gli spostamenti sconsigliati.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’invito è quello di limitare gli spostamenti non necessari. Un concetto sicuramente molto vago, probabilmente non per caso. Le parole pronunciate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in occasione delle comunicazioni al Senato sulle nuove misure anti-contagio da Covid-19, non spiegano quale sia nello specifico l’invito ai cittadini. Conte, infatti, chiede uno sforzo per evitare che si diffonda maggiormente il contagio da Coronavirus. E lo fa ritenendo che sia essenziale “limitare gli spostamenti non necessari”. Una collaborazione chiesta ai cittadini con l’obiettivo di evitare “interventi più gravosi”.  Gli spostamenti non necessari, quindi, andrebbero evitati così come le “attività superflue”. Entrambi concetti vaghi, che Conte non spiega in maniera approfondita.

L’invito a evitare gli spostamenti non necessari

La limitazione degli spostamenti non necessari era stata richiesta già dal ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato da La7. Speranza ha chiesto “uno sforzo in più da parte di ciascuno”, innalzando il livello di attenzione. Il che “significa ridurre le occasioni di contagio, evitare uscite e spostamenti non necessari, stare il più possibile a casa”. Il ministro della Salute rispetto a Conte sembra introdurre qualche elemento in più, chiarendo che l’invito è quello di uscire il meno possibile da casa, facendolo solo in caso di reale necessità. Tanto che Speranza ha aggiunto: “Dobbiamo capire che ci sono attività essenziali che è giusto continuare e attività che ciascuno di noi può ritenere oggi meno indispensabili”.

Quali sono gli spostamenti non necessari

Come detto, il concetto di spostamenti non necessari è tutt’altro che chiaro. Di certo si può far riferimento agli spostamenti che anche durante il lockdown primaverile erano consentiti, ovvero quelli dettati da motivi di salute o di lavoro. Anche nei mesi di chiusura, infatti, questi spostamenti erano ritenuti necessari e venivano permessi, seppur con necessità di presentare l’autocertificazione. Ripensando sempre al lockdown, sono sicuramente ritenuti necessari gli spostamenti per andare al supermercato o in farmacia come avveniva anche a marzo e aprile.

L’invito sembra anche quello di evitare gli spostamenti tra Regioni diverse, limitandoli a quelli strettamente necessari. Di certo gli spostamenti necessari sono quelli che avvengono per il lavoro (se le aziende non applicano lo smart working) e per andare a scuola, così come quelli per motivi di salute. Conte, quindi, sembra voler chiedere agli italiani di uscire il meno possibile, evitando di incontrare amici, di frequentare locali e anche esercizi commerciali dove non è realmente necessario andare ora. Il governo, però, non fa alcun riferimento specifico, per esempio, ai locali da evitare: un modo anche per non penalizzare quegli esercenti e quei ristoratori che per ora continuano a svolgere la loro attività senza chiusure obbligate, se non a determinati orari notturni. L’invito, di fatto, è quello di rimanere a casa quando possibile, riducendo qualsiasi contatto, anche con conoscenti e amici, e riducendo l’utilizzo dei mezzi di trasporto che continuano a essere un luogo a rischio affollamenti.

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