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Cosa hanno deciso i leader al Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno: dai top jobs alla pace in Medio Oriente

Durante il Consiglio europeo sono state prese decisioni importanti come le nomine della presidente della Commissione, dell’Alta Rappresentante dell’Ue e del presidente del Consiglio europeo, ma non solo: è stata approvata l’Agenda strategica ed è stata rinnovata la strategia europea su Ucraina e Medio Oriente.
A cura di Pietro Forti
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Ieri è stata la prima giornata del Consiglio europeo, la riunione dei leader dei 27 Stati membri dell'Unione europea. Si trattava di una prima giornata molto importante: era la prima riunione dei leader dopo le elezioni europee del 6-9 giugno, e all'ordine del giorno c'erano diversi punti cruciali. Il più importante dal punto di vista politico è stato risolto in tarda serata: dopo le trattative preliminari tra i leader dei partiti europei, ieri sono state ufficializzate le nomine per i cosiddetti top jobs (ovvero le principali cariche europee) che dovranno essere approvate dal Parlamento europeo.

Questo Consiglio europeo era importante anche per l'adozione dell'Agenda strategica (il piano che orienterà la direzione e gli obiettivi futuri dell'Ue in questa legislatura tra il 2024 e il 2029) e per le decisioni prese su Ucraina, Medio Oriente, difesa, competitività, migrazioni e diversi altri dossier.

Le conclusioni dei leader al Consiglio europeo di ieri

Alla fine del Consiglio sono state presentate le conclusioni, ovvero le decisioni prese su tutti i dossier più caldi. Prima su tutte l'Ucraina: alla presenza di Volodomyr Zelensky è stato firmato il Patto per la sicurezza ed è stato deciso l'invio di 1,9 miliardi a Kiev come sostegno finanziario. In particolare questo finanziamento è il primo di una lunga serie, con cui si intende arrivare a 50 miliardi (da sostenere insieme agli alleati del G7) da inviare all'Ucraina: saranno ricavati anche grazie ai fondi di privati russi congelati in Europa, che non saranno sbloccati fino alla fine della guerra scatenata da Vladimir Putin.

L'altro grande scenario di guerra in cui il Consiglio europeo è il Medio Oriente: i leader dei ventisette Stati membri hanno sottoscritto l'importanza di rispettare e attuare gli ordini della Corte internazionale di giustizia, che imporrebbero l'interruzione delle operazioni militari dell'esercito israeliano a Gaza. Si è deciso di sottoscrivere anche la risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco in tre fasi per porre fine alla guerra a Gaza. Tra le altre posizioni prese nei confronti delle istanze di Israele c'è anche la condanna di qualsiasi tentativo di etichettare un'agenzia delle Nazioni Unite (ovvero l'Unrwa, l'agenzia per i rifugiati palestinesi) come organizzazione terroristica, oltre a nuovi appelli a interrompere la violenza da parte dei coloni israeliani in Cisgiordania e all'invito all'immediata cessazione delle ostilità con il Libano.

Sono state inoltre tratte le conclusioni su altri dossier, tra cui sicurezza e difesa, competitività, migrazioni, prospettive e problematiche dell'allargamento dell'Ue a Georgia e Moldavia e sulla relativa una tabella di marcia per le riforme interne da intraprendere per diventare Stati membri.

Agenda strategica 2024-2029, cosa hanno deciso i leader europei

Per quanto riguarda invece l'Agenda strategica, adottata ieri dai leader dei ventisette Paesi membri. L'Agenda è un piano che fornisce delle linee guida da seguire durante la legislatura. Si tratta di un documento programmatico e a suo modo rivelatorio di quelle che saranno le politiche concrete: nel 2019 l'Agenda strategica citava un punto importante come "costruire un'Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero", pilastro che nella pratica legislativa si è trasformato nel Green deal europeo e nel pacchetto FitFor55.

I tre nuovi pilastri approvati ieri sono "figli" della situazione geopolitica in cui l'Europa si trova: "di fronte a una nuova realtà geopolitica", si legge, "l'agenda strategica renderà l'Europa più sovrana e meglio attrezzata per affrontare le sfide future". I pilastri sono i seguenti:

  • un'Europa libera e democratica;
  • un'Europa forte e sicura;
  • un'Europa prospera e competitiva.

In questo senso, ci si è molto concentrati su alcuni punti chiave di questi pilastri, come la tutela dello stato di diritto (per cui sia Polonia sia Ungheria sono state sotto osservazione nella scorsa legislatura), l'aumento della spesa per la difesa e la tutela delle imprese europee in termini di competitività.

Nomine Ue, a chi andranno i top jobs e perché l'Italia ha votato no

Le nomine per le principali cariche europee (presidente della Commissione europea, presidente del Consiglio europeo e Alta Rappresentante dell'Ue) erano state discusse nelle trattative tra i leader dei principali partiti europei: saranno, alla fine, i Popolari, i Socialisti e i liberali di Renew Europe a esprimere e sostenere queste candidature. Presidente della Commissione e Alta Rappresentante devono infatti essere confermati da un voto del Parlamento europeo, e qui sarà fondamentale l'alleanza tra i tre partiti, da cui sono stati esclusi i Conservatori, guidati da Giorgia Meloni: per la guida della Commissione è prevista la riconferma di Ursula von der Leyen, in quota Popolari, mentre come Alta Rappresentante è stata proposta la liberale Kaja Kallas, premier dell'Estonia. Meloni si è astenuta sulla nomina della prima e ha votato contro la seconda, sostenendo di non essere d'accordo "nel merito e nel metodo" della nomina.

Il presidente del Consiglio europeo, invece, è già stato eletto e ufficializzato ieri sera: si tratta dell'ex premier socialista del Portogallo, Antonio Costa, altra nomina su cui Giorgia Meloni ha votato in senso contrario a quanto deciso dal Consiglio.

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