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Cosa ha detto Salvini sul presidente Mattarella e come hanno reagito Meloni e Tajani

Una dura polemica politica è nata da un attacco al presidente Mattarella partito dal senatore leghista Claudio Borghi, e condiviso in parte da Matteo Salvini. A prendere le distanze non sono state solo le opposizioni, ma anche Forza Italia. Nessun commento pubblico da parte di Giorgia Meloni. Poi è arrivato il chiarimento del segretario del Carroccio.
A cura di Luca Pons
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È partito tutto da un tweet del senatore leghista Claudio Borghi, non nuovo a uscite controverse sui social: "È il 2 giugno, è la festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la Sovranità della nostra Nazione. Se il presidente pensa davvero che la Sovranità sia dell'Unione Europea invece dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso". Il messaggio era rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un messaggio ai prefetti in vista del due giugno aveva scritto che oggi l'Italia è inserita "nella più ampia comunità dell'Unione europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l'elezione del Parlamento Europeo, la sovranità".

Questa "sovranità" dell'Unione europea non è andata giù a Borghi, che ha chiesto le dimissioni del capo dello Stato. Poco dopo il segretario leghista e vicepremier Matteo Salvini, interpellato dai giornalisti, ha condiviso in parte le parole del senatore, senza tuttavia arrivare a parlare di dimissioni: "Oggi c'è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea. Abbiamo un presidente della Repubblica perché c'è la Repubblica, io penso all'Europa come Stati sovrani che si mettono insieme, ma la sovranità nazionale è fondamentale", ha detto su Rai 3.

Dal Quirinale non è arrivato nessun commento, né ufficiale né informale. È partita, invece, la protesta di tutte le opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di "attacco gravissimo" e "senza precedenti", chiedendo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne prendesse le distanze. Quando questo non è avvenuta, la leader dem ha insistito: "È grave il silenzio della premier".

Giuseppe Conte ha criticato la "polemica indegna" affermando che chiede le dimissioni di Mattarella è "una cosa non commentabile, talmente grave e talmente sconclusionata. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha dichiarato: "L'endorsement di Salvini al tweet del leghista Borghi in cui viene avanzata la richiesta di dimissioni di Sergio Mattarella rappresenta un attacco eversivo", mentre Carlo Calenda ha affermato che Salvini "non ha neanche la dignità e l'onore per rispettare il presidente della Repubblica" e Matteo Renzi ha rivendicato di aver fatto eleggere Mattarella al Quirinale nel 2015.

La risposta di Tajani e il silenzio di Meloni

Chi si è subito allontanato dalle parole dei due leghisti è stato Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, che ha addirittura espresso solidarietà al capo dello Stato: "Siamo italiani ed europei, questa è la nostra identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per l'Italia", ha scritto sui social l'altro vicepresidente del Consiglio: "Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto". Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha definito le parole di Borghi "inaccettabili e inqualificabili", e ha chiesto che "la Lega si scusi".

Da Meloni, invece, non è arrivata nessuna risposta pubblica. Numerosi retroscena hanno parlato di una telefonata della presidente del Consiglio a Salvini, che sarebbe avvenuta nel pomeriggio di ieri. Nel colloquio, la richiesta al segretario leghista sarebbe stata quella di una marcia indietro, se non nei contenuti – anche la leader di FdI è contraria alla "sovranità europea" – almeno nei toni e nell'attacco al Quirinale. Per quanto la stessa Meloni, nel 2018, avesse chiesto di mettere il presidente Mattarella in stato d'accusa (insieme al M5s).

La retromarcia della Lega

Salvini stesso ha smentito che questa telefonata sia avvenuta, ma in ogni caso nella serata di ieri è arrivata una nota della Lega che ha cambiato linea: "Nessuna polemica con Mattarella, ma per la Lega la sovranità nazionale italiana viene prima di quella europea. Se dipendessimo da Macron e altri guerrafondai europei, saremmo vicini alla terza guerra mondiale. Viva la sovranità nazionale italiana, viva la pace".

Lo stesso segretario del Carroccio, sempre ieri, è tornato sul tema su Rete 4: "Non chiediamo le dimissioni di nessuno. Penso che il capo dello Stato sia stato travisato da qualche giornale perché nel giorno della festa della Repubblica, in cui la Costituzione ci ricorda che la sovranità appartiene al popolo, parlare di sovranità europea…". Questa mattina, Salvini ha chiarito ancora:  "Nessuna polemica verso il presidente della Repubblica che ha il mio rispetto, il rispetto della Lega e quello degli italiani, rispetto che non hanno altri leader e presidenti europei che rischiano di trascinare l'Italia nella terza guerra mondiale".

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