Il discorso di Re Carlo al Parlamento: le battute in italiano e cosa ha detto su guerra e clima

Il re Carlo III ha parlato al Parlamento italiano – la prima volta per un sovrano del Regno Unito – e ha iniziato con alcune parole nella nostra lingua: "Sono enormemente onorato di essere stato invitato qui oggi, e molto grato al presidente Mattarella per il suo gentile invito a compiere una visita di Stato in Italia. È molto importante per la regina e per me tornare in Italia per la nostra prima visita dopo l'incoronazione. Il momento è ancora più speciale per entrambi, dato che oggi ricorre anche il nostro ventesimo anniversario di matrimonio". Poi si è lanciato in una battuta: "Peraltro, spero di non stare rovinando la lingua di Dante, così tanto da non essere più invitato in Italia".
Passando alla sua lingua madre, il re ha ricordato: "L'Italia è un Paese molto caro al mio cuore, come per tanti britannici. Come un qualsiasi vecchio amico, sono stato con voi nei momenti più felici e in quelli più tristi della vostra vita nazionale". Ad esempio, ha aggiunto: "Non dimenticherò mai la mia visita a Venezia nel 2009, quando vedemmo il teatro lirico La Fenice restaurato, o la visita ad Amatrice nel 2017, dopo il tragico terremoto. Sono qui con uno scopo: ribadire l'amicizia tra Regno Unito e Italia". I nostri legami "risalgono a oltre due millenni fa", ha detto, con un'altra battuta: "Furono i romani a dare ai britannici l'idea di mettere sulla moneta la testa di un re, quindi devo loro una particolare gratitudine".
Scherzando ancora, il re si è scusato per i cittadini britannici che "rovinano" la cucina italiana. Passando poi al tema della guerra, re Carlo ha insistito: "Siamo due popoli e due nazioni le cui storie sono profondamente intrecciate tra loro, e siamo entrambi Paesi europei. Tra poche settimane celebreremo l'ottantesimo anniversario dalla fine della seconda guerra mondiale, ricorderemo il terribile prezzo della guerra e il prezioso dono della pace". Ha ricordato, ancora in italiano, "le molte centinaia di coraggiosi civili italiani che hanno dato rifugio ai soldati britannici e alleati, rischiando così la propria vita".
Poi ha citato l'attualità: "Oggi purtroppo l'eco di quei tempi riecheggia su tutto il nostro continente. Le giovani generazioni vedono ogni giorno che la pace non può mai essere data per scontata. Regno Unito e Italia oggi sono unite nella difesa dei valori democratici che condividiamo. I nostri Paesi sono stati a fianco dell'Ucraina nel momento del bisogno, le nostre forze armate sono fianco a fianco nella Nato, siamo infinitamente grati del ruolo che l'Italia svolge ospitando basi-chiave della Nato e guidando numerose operazioni all'estero".
Infine, il sovrano ha dedicato alcune parole alla crisi climatica: "Come siamo uniti nella difesa dei nostri valori, lo siamo anche nella difesa del nostro pianeta. Dalla siccità in Sicilia alle alluvioni nel Somerset, i nostri Paesi stanno già subendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Le tempeste estreme che normalmente si verificano una volta per generazione ora si registrano ogni anno". Ha citato anche alcuni versi di Virgilio dedicati proprio alla tutela della natura.
Dopo un equivoco – una voce di servizio ha interrotto il re dicendo che la cerimonia era finita, mentre il discorso non era ancora terminato – Carlo ha quindi concluso sottolineando che tra Italia e Regno Unito ci sono molte differenze, ma "che qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, nel nostro continente e oltre, ora e in futuro, possiamo superarle insieme. E lo faremo insieme. E quando lo avremo fatto, potremo dire contenti ‘e quindi uscimmo a riveder le stelle‘".