Cosa ha detto Macron sull’invio delle truppe europee in Ucraina e qual è la linea italiana

Gli europei sono "pronti ad arrivare fino all'invio di truppe" in Ucraina per verificare che "la pace venga rispettata". Queste sono le parole di Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, che ieri hanno suscitato la reazione dura della Lega in Italia. Il leader francese ha parlato dopo aver incontrato Donald Trump alla Casa Bianca, ed è stato chiaro sul fatto che l'Europa non è disposta a lasciare che la pace in Ucraina sia il primo passo per una nuova iniziativa militare russa. Le sue parole, però, hanno allarmato il Carroccio, subito pronto a reagire: "Nessun soldato italiano in Ucraina". Pochi giorni fa, però, era stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad aprire a una possibilità molto simile.
Cosa ha detto il presidente Macron sui soldati europei in Ucraina
Macron già giovedì scorso aveva aperto alla possibilità di inviare truppe europee di ‘peacekeeping' in Ucraina "nell'ambito di un quadro pianificato", dopo l'accordo sulla fine del conflitto. Ieri ha ribadito che "gli europei sono pronti ad assumersi la responsabilità di garantire una pace duratura", quindi anche a tutelare le condizioni di quella pace.
Il presidente francese ha anche sottolineato che la "dissuasione" deve essere una priorità: non ci dovranno essere nuove aggressioni russe, in futuro, e per questo "siamo pronti a fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina", ha detto. Aggiungendo poi, nel modo più chiaro, che gli europei "pronti ad arrivare fino all'invio di truppe", sempre per verificare che "la pace venga rispettata". E che, in una situazione simile, sarà "indispensabile" avere anche il "sostegno degli Stati Uniti".
Naturalmente non si parla di soldati da inviare sul fronte di guerra, ma di truppe inviate per evitare che le condizioni della pace siano violate, dissuadendo la Russia da altri interventi militari. In passato il presidente Putin ha detto che si sarebbe opposto alla presenza militare europea sarebbe stata, ma proprio ieri Trump ha detto che il leader russo "la accetterà" perché lui lo convincerà: "Se raggiungiamo questo accordo per porre fine alla guerra, lui non cercherà più guerre. Gliel'ho chiesto specificamente e non ha problemi con questo".
Ieri, peraltro, anche il premier britannico Keir Starmer – anche lui in visita a Washington – ha detto che l'accordo per la pace deve "basarsi su un'Ucraina sovrana, sostenuta da forti garanzie di sicurezza". E ha aggiunto che il Regno Unito "è pronto e disposto a sostenere tutto questo con truppe sul terreno insieme ad altri europei e con le giuste condizioni in atto".
L'indignazione della Lega: "Mai soldati italiani a combattere"
La reazione accesa della Lega alle parole di Macron è arrivata ieri sera: "Nessun soldato italiano in Ucraina", ha scritto il partito di Matteo Salvini in una nota. Poco dopo ha reagito anche il capodelegazione del Carroccio al Partito europeo, Paolo Borchia: "Soldati italiani al fronte? Not in our name. Se Macron vuole gettare benzina sul fuoco e alimentare l’escalation militare è un problema suo". Ora, ha detto Borchia, "la priorità è raggiungere la pace, mettere fine al conflitto e sostituire la diplomazia ai fucili. Quindi all’ipotesi di mandare i nostri ragazzi a combattere in Ucraina rispondiamo no, assolutamente no".
Come detto, non si parla di inviare soldati italiani "a combattere", dato che l'eventuale missione europea di cosiddetto ‘peacekeeping' potrebbe partire solamente dopo la firma di un accordo di pace. Nella sostanza (almeno questo è il piano enunciato da Macron e Starmer) si tratterebbe di uno stanziamento di militari di vari Paesi in Ucraina per controllare che le condizioni della pace siano rispettate, e per spingere la Russia a non tentare un altro attacco militare nel giro di pochi anni. Se poi Mosca dovesse decidere di attaccare di nuovo, è chiaro che ci potrebbero essere le condizioni per una guerra. Ma, in linea di principio, l'obiettivo di quei soldati sarebbe proprio di evitare questo risultato.
La linea del governo: "Presenza militare possibile, ma con garanzie Onu"
Peraltro la Lega ha protestato duramente, ma ha dimenticato che solo la settimana scorsa il ministro degli Esteri Antonio Tajani – che insieme al ministro della Difesa avrebbe la competenza su una missione militare del genere, e le cui parole possono essere prese come la ‘linea' del governo – non ha affatto escluso che l'Italia invii i propri militari in Ucraina.
Certo, Tajani aveva sottolineato che una forza di peacekeeping dovrebbe essere "garantita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite", di cui fa parte anche la Russia. Non necessariamente la stessa proposta avanzata da Macron. Ma in ogni caso il ministro degli Esteri aveva detto: "L'Italia potrebbe anche avere una presenza militare, perché no". Il modello sarebbe quello di "Unifil in Libano", una "zona neutrale", o meglio "zona cuscinetto con la presenza di Paesi diversi". Insomma, la linea del governo italiano stando a queste parole è molto più vicina a quella francese di quanto sembrerebbe leggendo le dichiarazioni della Lega.