Cosa ha detto il ministro Giorgetti su catasto e tasse più alte per chi ha usato il Superbonus
Nel suo lungo intervento in Parlamento per rispondere alle domande di deputati e senatori sul Piano strutturale di bilancio, il ministro dell'Economia Giorgetti ha dato diverse anticipazioni sulla prossima legge di bilancio. Si parla di taglio del cuneo fiscale che diventerà strutturale, anche se con una forma diversa per non pesare sulle pensioni. Ci saranno tagli delle spese in tutti i settori "tranne la sanità". E, a sorpresa, ci sarà anche un intervento sul catasto che potrebbe portare chi ha usato il Superbonus 110% a pagare più tasse.
Il ministro lo ha detto apertamente: tra le azioni di riforma per "rendere il sistema fiscale più efficiente", si prevede anche "l'aggiornamento degli archivi catastali che dovrà includere le proprietà ad oggi non censite e valori catastali rivisti per quegli immobili che hanno conseguito un miglioramento strutturale, a seguito di interventi di riqualificazione finanziati in tutto o in parte da fondi pubblici". Una revisione del catasto che non riguarda tutti, quindi, ma solo gli immobili ‘fantasma' che oggi non risultano registrati e coloro che hanno usato "fondi pubblici", cioè i bonus edilizi.
L'idea è che, usando il Superbonus, i proprietari di casa hanno visto il valore della loro abitazione salire. Perciò adesso questo valore va aggiornato anche al catasto, in modo da calcolare in modo corretto l'Imu e le altre tasse sulla casa (e aumentarle).
Ma lo stesso ministero ha poi chiarito: si tratta solamente di applicare un legge già in vigore dallo scorso anno. Se il valore della casa cresce con le ristrutturazioni, bisogna comunicare il cambiamento al catasto. Se questo non viene fatto, allora è colpa dei proprietari.
Perché la riforma del catasto è un tema delicato
La riforma del catasto è un argomento dibattuto da tempo. Il sistema italiano è vecchio di decenni, e per questo speso alcuni immobili in pieno centro nelle grandi città possono avere una rendita minore (e quindi pagare tasse più basse) di chi ha una casa in periferia. L'Unione europea ha chiesto ripetutamente all'Italia di intervenire ma, proprio come nel caso delle concessioni balneari, da anni i governi non fanno nulla.
Il governo Draghi si era avvicinato al tema, e aveva raggiunto un compromesso con il centrodestra che però era caduto nel vuoto con la fine del suo esecutivo. Quella che il ministro Giorgetti ha annunciato ieri non è una riforma complessiva, ma solamente un intervento mirato nei confronti di chi ha usato il Superbonus 110% – come già fatto in passato.
Infatti, durante l'audizione in Parlamento è stato il senatore del Pd Antonio Misiani a chiedere chiarimenti, sottolineando: "L’informazione sul catasto è dirompente rispetto a quanto ha sempre sostenuto questa maggioranza, rigettando qualunque aggiornamento delle rendite". Il ministro ha risposto: "Non si tratta di fare un aggiornamento di mercato che la Commissione europea ci ha chiesto ripetutamente, ma di cercare le case fantasma e di verificare se chi ha fatto le ristrutturazioni edilizie ha aggiornato i valori catastali, come era tenuto a fare. Andremo a vedere, e se i dati non sono stati aggiornati ci saranno benefici a favore dei Comuni".
Chi sarà coinvolto dal nuovo aumento
Il ministero, poco dopo l'intervento di Giorgetti, ha chiarito che "l'adeguamento" riguarderà "gli immobili che hanno usufruito del Superbonus al 110%", come era già stato previsto nella legge di bilancio lo scorso anno. Saranno "esclusi", invece, i "lavori rimborsati con le detrazioni ordinarie".
Nel complesso, la misura dovrebbe riguardare mezzo milione di edifici (sono 496mila quelli che hanno beneficiato del Superbonus 110%). Si tratta di una percentuale piuttosto ridotta dell'intero patrimonio edilizio italiano, circa il 4%. E va considerato anche che l'aumento più immediato, quello dell'Imu, riguarderebbe solamente le seconde case, dato che sulla prima non si paga. Resta da vedere, quindi, quanto questa revisione catastale parziale potrà portare davvero nelle casse dello Stato.