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Cosa ha detto Draghi sullo scostamento di bilancio e cosa vogliono fare i partiti

Non ci sarà uno scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese. Lo ha spiegato il premier Draghi durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Aiuti bis: “Non prevediamo quindi nessuno scostamento di bilancio, ma utilizziamo le maggiori entrate di questi mesi prodotte dall’inflazione e dalla crescita”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nessuno scostamento di bilancio. Lo ha chiarito il premier Mario Draghi in conferenza stampa, durante la presentazione del del decreto Aiuti ter, mettendo la parola fine a un dibattito che sta andando avanti da giorni, sotto la spinta soprattutto di Matteo Salvini. "L'andamento dell'economia ci consente di aiutare famiglie e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sui mercati". Il presidente del Consiglio ha spiegato che il decreto aiuti ter a sostegno delle famiglie e delle imprese avrà un entità di 14 miliardi, aggiungendo che complessivamente gli aiuti forniti dal governo ammontano a 60 miliardi: "Sono 14 miliardi del decreto di oggi, 17 quelli del decreto bis che è in corso di approvazione, e arriviamo a un importo di circa 31 che sembra corrispondere perfettamente alla richiesta di scostamento di 30 miliardi. Siamo lì, a meno che non si pensi ad uno scostamento di 30 miliardi ogni mese… Non prevediamo quindi nessuno scostamento di bilancio, ma utilizziamo le maggiori entrate di questi mesi prodotte dall'inflazione e dalla crescita".

"Non c’è motivo che l’Italia si discosti se la crescita è accompagnata dall'equilibrio dei conti. Le risorse per operare in questa fase ci sono ma quello che conta è che gli investimenti associati al Pnrr continuino così come le riforme non associate al Pnrr", ha aggiunto.

Cosa pensano i partiti: chi è a favore e chi è contro

Sull'opportunità o meno di affrontare il caro energia e il caro bollette attraverso uno scostamento di bilancio si è diviso negli ultimi giorni il centrodestra: da una parte Matteo Salvini a favore – indicando una cifra tra i 30 e i 40 miliardi – e dall'altra Meloni e Berlusconi, che si sono detti contrari. Proprio questa mattina il leader di Forza Italia aveva detto che lo scostamento di bilancio va "assolutamente evitato", perché "per nessuna ragione possiamo permettere che si scateni una crisi fatta di recessione, inflazione e disoccupazione insieme. Quindi bisogna intervenire subito, in qualunque modo". Anche Enrico Letta è cauto, e considera questa soluzione un'"estrema ratio che va discussa con gli altri Paesi europei". 

Invece il leader del M5s Giuseppe Conte aveva chiesto a Draghi uno scostamento di bilancio: "La crisi in atto richiede un intervento straordinario, ampio e organico, a favore di famiglie e imprese", aveva scritto nella lettera del 4 luglio scorso recapitata a Draghi, che conteneva le richieste del Movimento al governo, specificando: "Le abbiamo chiesto più volte uno scostamento di bilancio".

Ma sul punto c'è stato in campagna elettorale un vero e proprio scontro tra il segretario della Lega e la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Salvini ha detto di non aver capito "ritardi e tentennamenti sull'aiutare gli italiani a pagare le bollette di luce e gas. Onestamente non capisco questa prudenza. Perché i miei alleati sono così restii?". Un'ennesima bordata a cui Meloni ha risposto stizzita: "Da qualche giorno mi sorprendono alcune dichiarazioni di Salvini, e mi sorprende il fatto che a volte sembri più polemico con me che non con gli avversari".

"Ho detto cento volte perché credo che lo scostamento sia una soluzione che va molto ponderata, francamente la polemica non la capisco e la trovo abbastanza pretestuosa. Spero che siano cose da campagna elettorale, però poi quando uno lo spiega non si dovrebbe insistere", ha aggiunto.

Per Meloni la priorità sarebbe il tetto al prezzo del gas "perché quello che sta facendo salire il prezzo è la speculazione. Possiamo trovare sempre più soldi ma li stiamo regalando alla speculazione. Fratelli d'Italia ha fatto approvare in Parlamento il disaccoppiamento tra prezzo del gas e delle altre forme di energie che dovrebbe essere fatto a livello europeo ma che deve essere fatto intanto a livello nazionale con una copertura che da qui a marzo sarebbero 3-4 miliardi senza scostamento di bilancio. Siamo disponibili a farlo fare a questo Governo altrimenti sarebbe la priorità se andremo a governare".

Una posizione simile a quelle espressa dal co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli: "Nell'immediato, fissiamo un tetto al prezzo del gas e se l'Europa prende tempo, facciamolo a livello nazionale. Per aiutare famiglie e imprese, niente scostamento: paghi chi ha speculato". Piuttosto l'alleanza Sinistra italiana-Verdi ritiene che le risorse per tagliare le bollette andrebbero prese dagli extraprofitti delle aziende energetiche.

Assolutamente contraria a uno scostamento di bilancio Emma Bonino, che su Twitter ha scritto: "Non riesco a capire la disinvoltura con cui le altre forze politiche continuino a parlare di scostamento di bilancio. Dovrebbero dire la verità ai giovani: il debito pubblico, che già ora si attesta a 2700 mld, lo pagherete voi".

Più morbido Carlo Calenda, che però sullo scostamento di bilancio resta dubbioso: "Sarebbe meglio non farlo, ma mi rendo conto che i margini di manovra sono limitatissimi. Per dimezzare il costo delle bollette e aiutare le imprese serve sganciare il prezzo delle rinnovabili non contrattualizzate dal gas, serve un obbligo di legge del Gse. Bisogna anche sospendere i certificati Ets sulle emissioni di Co2, e mettere dieci miliardi su imprese gasivore e energivore. Una manovra complicatissima quella di disaccoppiare i due mercati ma è il modello cui stanno andando anche Francia e Germania. Purtroppo tutto ciò ha un impatto sui conti. Possiamo gestirlo solo se i partiti si impegneranno a rispettare una volta al governo una disciplina di bilancio".

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