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Cosa ha detto Christian Raimo sul ministro Valditara e perché è nata una polemica

Lo scrittore e insegnante Christian Raimo ha affermato che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara debba essere colpito politicamente, perché le sue idee “riassumono” la “debolezza del governo”, come “la Morte nera” in Star wars rappresenta il punto debole dell’Impero. Le parole hanno suscitato una dura polemica da parte del centrodestra.
A cura di Luca Pons
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Nelle ultime ore diversi esponenti del centrodestra hanno criticato le parole di Christian Raimo, scrittore e insegnante, nei confronti del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Durante l'intervento alla festa nazionale di Avs Raimo – già sanzionato in passato per aver criticato Valditara – ha parlato del ministro affermando che lo si debba "colpire" politicamente in quanto rappresenta "un bersaglio debole" all'interno del governo, "come la Morte nera" per l'Impero dell'universo di Star Wars. Il giorno dopo, il caso è finito in Parlamento, e lo stesso ministro ha commentato condannando "le minacce e gli insulti".

Cosa ha detto Raimo sul ministro e la replica di Valditara

Dal palco di un evento intitolato "Proteggiamo la scuola da Validatara", lo scrittore aveva affermato: "Io penso che da un punto di vista politico Valditara vada colpito, perché è un bersaglio debole e riassume in sé tante delle debolezze del governo".

E ancora: "Credo vada fatta una manifestazione contro Valditara, non per la scuola ma contro Valditara. Perché dentro la sua ideologia c'è tutto il peggio: la cialtronaggine, la recrudescenza dell'umiliazione, il classismo, il sessismo. Se è vero che non è lui l'avversario, è vero che è lui il fronte del palco di quel mondo che ci è avverso, e quindi va colpito lì, come si colpisce la Morte nera in Star Wars".

E aveva concluso: "Chiaramente c'è un impero, e siccome lui si pone come la Morte nera, io penso che non è difficile colpirlo, perché tutto ciò che dice è talmente evidente, palese, arrogante, cialtrone, lurido che è facile vederlo". Il riferimento alla Morte nera, come si deduce leggendo le parole, era quindi una metafora per quello che – nei film di Star Wars – è la facciata più evidente dell'Impero, ma anche quella che nasconde un punto debole.

Il ministro Valditara, dopo il suo question time in Senato, ha commentato poi le parole in questi termini: "Ieri ho ascoltato delle dichiarazioni francamente molto stonate, mi fa piacere che la maggioranza abbia stigmatizzato le minacce e gli insulti nei miei confronti. Mi attenderei che anche alte cariche istituzionali, anziché polemizzare, manifestassero solidarietà a un ministro che è stato oggetto di toni del tutto impropri".

La polemica sollevata dal centrodestra

Le parole di Raimo ieri mattina sono arrivate in Aula alla Camera, dove in apertura dei lavori il leghista Rossano Sasso ha preso la parola: "Un esponente di rilievo di Avs, Christian Raimo, ha detto testualmente che il ministro Valditara è un bersaglio debole da colpire come la Morte nera. Chiedo per tramite della presidenza della Camera di informare il ministro dell'Interno per l'incolumità e sicurezza del ministro Valditara". Da Fratelli d'Italia è intervenuto Alessandro Amorese: "Nel 2024 c'è ancora chi gioca agli anni piombo".

Nella giornata di ieri, poi, numerosi esponenti della maggioranza si sono uniti alle critiche. "Le parole sono pietre e possono dar vita a reazioni a catena che non si possono prevedere. Desidero esprimere al ministro Valditara la mia solidarietà per l'attacco brutale e volgare che ha subìto", ha affermato la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. "È veramente sconcertante quanto ha fatto Christian Raimo minacciando in maniera gravissima il ministro Valditara. Una vergogna assoluta", ha detto il capogruppo di FI a Palazzo Madama Maurizio Gasparri.

"Raimo è un attivista violento che organizza manifestazioni non autorizzate, cosa insegna ai ragazzi?", ha affermato Federico Mollicone (FdI), presidente della commissione Cultura alla Camera. "È questo l'esempio che dà ai suoi studenti? Questo il linguaggio che insegna? Questo il modo di confrontarsi con gli avversari? È proprio vero che i cattivi maestri non finiscono mai…", ha rincarato la dose il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, della Lega.

Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha condannato l'intervento: "Raimo ha più volte teorizzato la legittimità dell'uso della violenza contro chi ritiene un nemico politico. Sono parole gravi e la responsabilità ricade su chi fornisce un palco da cui pronunciarle. Spiace che non ci sia una presa di distanza netta da parte delle altre opposizioni".

La spiegazione di Raimo e la difesa di Fratoianni

Da parte sua, Raimo ha dettagliato la sua linea sui social: "Ho detto che le sue idee sono luride e pericolose, che la sua ideologia sulla scuola ha esiti cialtroneschi", citando la decisione del Consiglio di Stato sul liceo del Made in Italy. "Ho detto anche che purtroppo quest'ideologia non è solo sua ma di un blocco di potere. Ma lui è un ministro debole e incompetente, va colpito, come la Morte nera. Era chiaramente una metafora, visto che non conosco nessuno con un Falcon".

E ancora: "Fuor di metafora: il suo aziendalismo, il conformismo reazionario, il suo classismo, la sua retorica patriottarda, la sua paranoia anti'68, sono sintomi di tutto il governo, ma il suo ministero è un cardine spanato: vanno contrastate le sue iniziative, legislative e politiche".

Agli attacchi in Aula aveva risposto invece Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana: "Per parte nostra, ci sarà la massima attenzione affinché i toni del dibattito si abbassino. Nessuna minaccia, né fisica né di altra natura, per nostra intenzione, è stata mossa al ministro e, se è stata così percepita, me ne scuso".

Poi però aveva specificato: "Vorrei segnalare che quella frase, ‘colpire come la Morte nera', richiama una grande saga cinematografica: Star Wars. I cavalieri Jedi che si ribellavano contro l'oscurità: le metafore sono sempre, da sempre, strumento privilegiato per gli intellettuali, di destra e di sinistra, e bisognerebbe prenderle per quello che sono. Lo dico solo per evitare di trasformare in ridicolo una questione più seria, quella appunto del controllo e della cura delle parole che, alla sua parte politica, spesso, troppo spesso, sfugge drammaticamente".

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