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Manovra 2024

Cosa ha deciso il governo sulla sanità nella Nadef e cosa farà in manovra per i medici

Con la Nadef il governo Meloni ha confermato che l’economia italiana è in calo e che i soldi a disposizione, per i prossimi anni, saranno pochi. Per la sanità però dovrebbe arrivare un rinnovo dei contratti collettivi. In questi giorni si è chiusa la trattativa per rinnovare il contratto che era scaduto nel 2021.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni ha approvato la Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che fa il quadro della situazione economica italiana e serve come base per la legge di bilancio di fine anno. Stando a quanto comunicato finora – il governo ha diffuso solo alcune informazioni e potrebbero volerci settimane prima di avere un testo completo – nella Nadef c'è spazio anche per alcune delle richieste fatte dal mondo della sanità pubblica. In particolare, si parla di un rinnovo dei contratti collettivi, anche se non ci sono ancora delle cifre precise.

La Nadef ha rivisto le stime di crescita dell'Italia al ribasso: il Pil nel 2023 dovrebbe crescere dello 0,8% invece che dell'1% (la previsione fatta ad aprile), e dell'1,2% nel 2024 invece dell'1,5%. Aumenterà, e di parecchio, anche la quantità di soldi che il governo ha intenzione di prendere a debito: sarà pari al 4,3% del Pil, mentre prima doveva essere al 3,7%. Concretamente, questo significa che il governo si indebiterà per poco meno di 14 miliardi di euro nel 2024.

Cosa chiedono i medici al governo Meloni

Cosa porterà questo al servizio sanitario nazionale? Non è ancora tutto definito, ma c'è un primo segnale: l'esecutivo ha inserito tra le sue priorità anche la "prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche con particolare riferimento alla sanità". È un'indicazione che al momento non ha delle cifre precise, e che si accompagna comunque alla promessa di un "contenimento della spesa pubblica", ma che sembra un'apertura alle richieste dei sindacati del settore.

"Senza soldi non si possono abbattere le liste d'attesa, non si possono rinnovare gli ospedali, integrare la medicina ospedaliera e la medicina del territorio. Non si possono stipulare contratti, non si può rinnovare il contratto collettivo, non si possono assumere medici né finanziare le borse di specializzazione per formarne di nuovi. Non si può fare sanità", ha detto a inizio settembre il sindacato dei medici Anaao-Assomed a Fanpage.it, chiedendo che ci siano come minimo quattro miliardi di euro sulla sanità pubblica in manovra. Ora, almeno sul contratto collettivo potrebbe essere arrivata una risposta.

Firmato il contratto collettivo per il 2022-2024

Nel frattempo, sono andate avanti le trattative per rinnovare il contratto scaduto nel 2021. A settembre, i nodi da sciogliere per Anaao-Assomed erano tre: gli straordinari pagati pochissimo ("oltre trecento ore in più all'anno"), le reperibilità ("16-17 turni al mese solo tra guardia e reperibilità") e la tendenza delle aziende a non assegnare incarichi ("che per noi sono scatti di carriera") ma piuttosto usare gli straordinari per coprire tutte le carenze.

Oggi l'Aran (agenzia che rappresenta lo Stato nelle trattative) e i sindacati hanno firmato la pre-intesa il nuovo contratto, che riguarda 135mila medici e dirigenti sanitari e potrebbe entrare in vigore a inizio 2024. Porterà in media a un aumento di 289 euro lordi al mese, e circa 6mila euro di arretrati a testa (la media è di quasi 11mila euro arretrati). "Abbiamo sminato il terreno dalle ore ’regalate’ alle aziende, abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti, abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra", ha detto Pierino Di Silverio, segretario di Anaao-Assomed. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha poi assicurato che presto partiranno "i rinnovi per la tornata 2022-2024, su cui interviene la Nadef con risorse assolutamente rilevanti".

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