Cosa ha chiesto Ilaria Salis a Giorgia Meloni nella lettera che ha inviato al governo
Ilaria Salis, insegnante detenuta ai domiciliari in Ungheria in via cautelare dopo aver trascorso oltre quindici mesi in carcere, ha scritto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a tre ministri: quello degli Esteri Antonio Tajani, quello della Giustizia Carlo Nordio, e quello dell'Interno Matteo Piantedosi. In una mail inviata oggi, la 39enne candidata alle elezioni europee con Avs ha chiesto di essere trasferita dalla sua abitazione attuale all'ambasciata italiana Budapest. Il motivo è che la donna vuole evitare "pericoli per la sua sicurezza" e per quella di chi la circonda, dopo che il suo indirizzo è stato reso noto da un giudice e pubblicato su un sito di estrema destra.
"C'è stata questa fuga di notizie sul suo indirizzo, adesso Ilaria non è tanto preoccupata per sé quanto per gli altri cittadini italiani che la ospitano. Per cui credo che abbia fatto al cosa giusta", ha commentato il padre Roberto Salis. "Speriamo ci sia una risposta da parte del governo. Al momento non abbiamo ancora visto nulla".
Il 24 maggio, il giudice ungherese Jozsef Sos ha letto ad alta voce nell'aula di un tribunale l'indirizzo a cui Salis si era appena trasferita per i domiciliari. Subito, la sua famiglia si è mobilitata chiedendo che fosse trasferita in Italia o nell'ambasciata italiana. Anche la stessa ambasciata ha chiesto che le autorità ungheresi prestassero particolare attenzione alla sicurezza di Salis, diventata da tempo un bersaglio dell'estrema destra nel Paese: è detenuta perché accusata di aver partecipato all'aggressione di alcuni neonazisti, l'11 febbraio 2023, per quanto si sia sempre detta innocente e una delle vittime non l'abbia riconosciuta tra i suoi aggressori.
Pochi giorni dopo, proprio su un sito di estrema destra ungherese l'indirizzo è stato pubblicato, con delle minacce non troppo velate. Questo ha fatto aumentare le preoccupazioni, per quanto poi non si siano verificati effettivi episodi di violenza.
In passato però il ministro Tajani ha escluso che fosse possibile ospitare lì Salis: "L'ambasciata non è luogo idoneo all'esecuzione di misure coercitive. Non ha né la struttura né la legittimazione a sostituirsi ad un domicilio privato come luogo di detenzione: servirebbero molti più carabinieri", aveva detto a febbraio durante un'informativa alla Camera. In più, resta il fatto che il suo trasferimento nell'ambasciata – se anche il governo italiano cambiasse idea – sarebbe una decisione che spetta al giudice. Di fatto, poiché l'ambasciata è formalmente territorio italiano, trasferirla lì sarebbe come un'estradizione in Italia. Una scelta che sembra decisamente improbabile. Se fosse eletta alle europee, Salis invece acquisirebbe l'immunità parlamentare e la sua situazione cambierebbe del tutto, poiché non dovrebbe più restare ai domiciliari.