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Cosa farà ora Calenda dopo la rottura con il Pd: Renzi gli tende la mano per formare il Terzo Polo

Gli sherpa di Italia viva e Azione sono già al lavoro per aprire una trattativa tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il leader di Azione: “Se io andassi con Renzi non avrei bisogno di raccogliere le firme, sicuramente ci incontreremo e parleremo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Cosa farà Calenda? È la domanda che tutti si fanno in queste ore. Si rimboccherà le maniche e inizierà a raccogliere le firme oppure cercherà di trovare l'intesa con Matteo Renzi? Stando a quando ha detto lo stesso leader di Azione l'intenzione di parlare con il leader di Italia viva c'è. Del resto subito dopo l'annuncio dello strappo l'ex premier gli subito mandato un segnale di apertura, rinnovandogli l'invito ad allearsi con lui per formare quello che lui chiama "Terzo polo": "Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria #TerzoPolo". Dopo questo tweet da Italia viva più nulla.

Nessuno tra i big renziani oggi vuole parlare, tutti attendono la prossima mossa di Calenda, che oggi in un'intervista, a proposito dell'immediato futuro di Azione, assicura: "Adesso il mio obiettivo principale è far partire la raccolta delle firme e contemporaneamente cercare di avere chiarezza sulla questione del logo". Ma l'alleanza con Italia Viva gli eviterebbe la raccolta firme: "Se io andassi con Renzi non ne avrei bisogno, sicuramente ci incontreremo e parleremo".

Ma ieri da Lucia Annunziata su Rai 3, dove ha annunciato di voler rompere il patto con Letta, Calenda non ha fatto mancare critiche ai renziani, che nei giorni precedenti lo avevano attaccato duramente per l'alleanza sottoscritta con il Pd: "Renzi non l'ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Bisogna spiegare agli italiani come governare. Non ho parlato con Renzi, ci parlerò". Pur non escludendo la possibilità di trovare una convergenza con Iv ha poi aggiunto: "Negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria". 

Calenda insomma qualche sassolino dalla scarpa se l'è tolto, ma ora sembra essere già acqua passata. Si deve guardare alla campagna elettorale, e lasciarsi le liti alle spalle. Anche per questo forse Renzi ha chiesto ai suoi di chiudere i social per 48 ore, per far spegnere le polemiche.

Carlo Calenda avrebbe troppo poco tempo per presentare una sua lista autonoma, con il suo simbolo, non avendo una forza già rappresentata in Parlamento. Significherebbe nel giro di pochi giorni raccogliere tutte le firme in tutti i collegi. Renzi per lui, una volta che +Europa ha dichiarato di voler rispettare il patto con i dem, è l'unica ancora di salvezza. Secondo un retroscena di Repubblica l'ex premier sarebbe addirittura disposto a un passo di lato, offrendo a Calenda il ruolo di front runner del Terzo Polo, pur di chiudere un accordo e portare a casa il 25 settembre l'agognato 10%. E pare che Renzi sia anche disposto a togliere il suo nome da un eventuale simbolo, a condizione che rimanga almeno il simbolo di Iv, a cui si è appena aggregato anche Federico Pizzarotti. Gli sherpa dei due partiti sarebbero già al lavoro per trovare una soluzione. E forse i due leader potrebbero vedersi mercoledì.

In realtà nelle scorse settimana fonti di Azione avevano ipotizzato che in base alla legge il partito sarebbe stato esentato, potendo vantare un europarlamentare, cioè lo stesso Calenda, eletto alle ultime europee con il simbolo di ‘Siamo europei’, lista in continuità giuridica con Azione. Ma questo escamotage non sembra per il momento una soluzione. A Mezz'ora in più Calenda ha dichiarato: "Se dovremo raccogliere firme le raccoglieremo e se non ce la faremo vuol dire che l’offerta era davvero molto debole".

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