Cosa farà l’Italia nella guerra tra Russia e Ucraina e perché per ora non invierà altri soldati
Dopo lo scoppio della guerra e l'offensiva militare nel territorio ucraino messa in atto dalla Russia, l'Italia dovrà decidere come muoversi, in accordo con gli altri Paesi dell'Alleanza Atlantica. Per il momento non è prevista una vera e propria partecipazione nel conflitto, ma si intende andare avanti con la via diplomatica con un inasprimento delle sanzioni. Se ne discuterà ancora domani, quando dovrebbe svolgersi una riunione straordinaria dei leader della Nato, che continua a puntare su una de-escalation e su strumenti negoziali.
In queste ore sono serrate le comunicazioni tra il governo italiano e i partner europei, il presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L'Ucraina sta scollegando la sua rete elettrica da quella russa e l'Ue, per bocca della presidente Ursula von der Leyen, ha detto di essere pronta ad aiutare il Paese "nel caso in cui dovessero avere difficoltà". Anche l'Italia, ha assicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intende sostenere Kiev dal punto di vista finanziario.
Una linea ufficiale italiana ancora non c'è, ma come ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, durante la diretta sul canale Instagram di Fanpage.it, si spera ancora "di poter evitare un intervento militare Nato. Anche dal punto di vista legale, del sistema delle alleanze, sappiamo tutti che l'Ucraina non fa parte della Nato. Ma il tema è fare in modo che tutto il mondo libero sia in grado di dare un messaggio concreto che crei in cordone attorno alla Russia per strangolare l'economia russa in poche settimane".
"Quello che mi dispiace – ha aggiunto – è che a pagare il costo di queste sanzioni sarà la povera gente, ma è l'unico modo per bloccare ed evitare una escalation militare".
Draghi: "Italia allineata ai partner Nato"
Il presidente del Consiglio ha detto che questo pomeriggio si terrà una riunione del G7, alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della Nato Stoltenberg, al termine della quale Draghi volerà a Bruxelles per un Consiglio Europeo straordinario. "In quella sede, decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. Avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso la Russia, come è purtroppo accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica. Questo è il momento di metterle in campo. L'Italia è pienamente allineata ai partner su questa posizione", ha detto il premier.
"Con gli Alleati della Nato – ha aggiunto – ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell'Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare in tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti".
Quante sono le forze armate italiane sul campo
Già da metà febbraio contingenti italiani erano presenti sulla frontiera russa e ucraina, e continuano a collaborare con la Nato per il mantenimento degli strumenti di deterrenza. Gli alpini sono già schierati da diverse settimane in Lettonia e i caccia bombardieri Eurofighter 2000 in Romania. Come ha detto il ministro della Difesa Guerini il nostro Paese fino ad ora ha contribuito con le attività sul terreno dei nostri militari in Lettonia, dove ci sono 250 soldati, con l'Air Policing in Romania e con la sorveglianza marittima nel Mediterraneo orientale, per tentare di convincere la Russia a seguire la via politica del dialogo. L'Alleanza Atlantica tra l'altro, ha sottolineato il ministro Guerini, "è e rimane un’organizzazione difensiva, non intende utilizzare la chiave del confronto militare". Ma dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass, che di fatto viola l'integrità territoriale di un Paese, e l'invasione dell'Ucraina avviata con i bombardamenti di questa mattina, lo scenario cambia e una soluzione pacifica della crisi sembra allontanarsi sempre di più. L'Alleanza Atlantica sarebbe pronta a intervenire, in caso di aggressione esterna contro uno qualsiasi dei Paesi che ne fanno parte.
Il ruolo dell'Italia e la decisione del Consiglio supremo di difesa
A breve si terrà il Consiglio superiore di Difesa, convocato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che stabilirà la posizione ufficiale dell'Italia. Fonti di governo fanno sapere che tra domani e sabato si potrebbe riunire di nuovo il Consiglio dei ministri per varare un decreto per un nuovo dislocamento delle truppe italiane, in linea con il dispositivo che sta mettendo in campo la Nato dopo l'offensiva russa.
Gli articoli 4 e 5 del Trattato del Nord Atlantico
La guerra, in linea teorica, da un punto di vista militare, non coinvolge direttamente il nostro Paese, poiché l'Ucraina non è un membro della Nato e non gode quindi della garanzia dell'intervento degli altri membri dell'Alleanza. In base all'articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico infatti un attacco armato contro uno o più alleati della Nato viene letto come un attacco contro ogni componente della Nato.
Ma l'Alleanza Atlantica si è riunita invece in base a quanto previsto dall'articolo 4 del Trattato, su richiesta di Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania. Il testo dell'articolo in questione dice che "Le parti si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata". Significa che tutte le volte che uno Stato si sente minacciato può chiedere consultazioni con gli altri alleati Nato per affrontare insieme il pericolo. Anche nella crisi in corso quindi i Paesi confinanti che si sentono sotto attacco possono richiedere un intervento militare congiunto della Nato.
Al momento insomma la Nato non ha inviato e non sta programmando di inviare truppe in Ucraina, ma si sta limitando ad aumentare i contingenti nella parte orientale dell'Alleanza, all'interno dei suoi territori. L'Italia potrebbe sempre essere coinvolta per un supporto di tipo logistico. L'arma principale a disposizione del nostro Paese è ancora una volta quella delle sanzioni, che verranno stabilite concerto con le altre potenze occidentali. Un'arma che comunque avrà dei costi significativi anche per noi, sia per i consumi energetici sia per l'economia, perché le nostre esportazioni in Russia verranno fermate.