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Cosa farà Beppe Grillo ora che il M5s ha votato per eliminare il garante

La ripetizione del voto tra gli iscritti del M5s ha certificato l’eliminazione del ruolo del garante di Beppe Grillo. Cosa farà ora il comico? Diversi i possibili scenari. Tra questi, agire per vie legali per rivendicare la paternità del simbolo e fondare una nuova associazione.
A cura di Giulia Casula
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La ripetizione del voto tra gli iscritti del Movimento 5 Stelle ha certificato il "grillicidio" uscito dalle urne della prima Costituente. Il quorum è stato ampiamente superato e l'80,5% dei votanti si è schierata a favore dell'eliminazione del ruolo del garante in capo a Beppe Grillo.

Due settimane prima era stato il 63,2% a chiederne l'estromissione. Questa volta il quesito ha raccolto persino più voti, nonostante l'invito di Grillo ad "andare a funghi" nel video pubblicato sui suoi profili pochi giorni prima della seconda votazione.

Il comico ha commentato questo secondo risultato citando The Truman Show con una foto che lo ritrae nella celebre copertina del film al posto del protagonista Jim Carrey. "Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte", ha scritto.

Questo pomeriggio Giuseppe Conte commenterà in una diretta sui suoi canali l'esito della consultazione, ma l'attesa è tutta rivolta alle prossime mosse dell'ormai ex garante.

Cosa deciderà Grillo ora che non è più garante del M5s

Ora che Grillo è stato rimosso, gli scenari possibili sono diversi. Il comico potrebbe decidere di andare per vie legali e dare battaglia sulla questione legata alla paternità del simbolo.

La base dei 5s ieri ha votato, con l'84,9%, per semplificare la procedura di modifica del contrassegno, che consentirà al Presidente di proporre una modifica, deliberata dal Consiglio nazionale e approvata dagli iscritti.

Secondo alcuni il fondatore potrebbe decidere anche di contestare ancora una volta i risultati e chiedere una terza votazione. "Ogni volta che delibera l’assemblea Grillo può chiedere il rinnovo della votazione", ha spiegato al Corriere della Sera l'avvocato grillino Lorenzo Borré. Infatti, lo statuto "prevede ancora la figura del garante che sarà eliminata solo con l’approvazione del nuovo testo modificato", ha aggiunto.

In sostanza, finché non si interverrà sulla carta statuaria per cambiarla, Grillo dovrebbe mantenere le sue prerogative. "E a mio avviso anche in tal caso Grillo potrà chiedere il rinnovo della votazione non essendo immediatamente efficace la delibera di modifica", ha proseguito Borré.

Un'altra ipotesi sarebbe quella di agire per annullare il voto che nel 2022 ha attribuito la leadership del Movimento a Conte, ma questa via sembra la più improbabile al momento.

C'è poi la strategia politica. Grillo fonderà un nuovo Movimento? I giorni scorsi il comico aveva detto di voler "lanciare qualcosa di meraviglioso" e secondo i retroscena, potrebbe trattarsi di un'associazione, in una sorta di ritorno alle origini. In tal caso, resta da capire in quanti decideranno di lasciare le fila del partito per arruolarsi con Grillo e per ora le adesioni sembrano scarseggiare.

Un'ulteriore carta infine, potrebbe essere quella di liste grilline per comuni e Regioni che facciano concorrenza a quelle targate M5s. Il che avrebbe delle ricadute anche sulla coalizione di centrosinistra qualora il Movimento decidesse di aderirvi, com'è accaduto, ad esempio, nelle ultime Regionali in Emilia-Romagna e in Umbria.

Sottraendo voti ai 5s, le liste di Grillo strapperebbero preferenze al campo progressista a guida Pd, che potrebbero rivelarsi decisive in partite che si giocano, fino alla fine, sul filo del rasoio.

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