video suggerito
video suggerito

Cosa è successo tra Marina Berlusconi e Giorgia Meloni

Dopo la lettera di accuse della primogenita di Silvio Berlusconi, Marina, nei confronti della magistratura, è sorto un ‘caso’ per la reazione della premier Meloni, che ha commentato così: “Non posso considerare Marina Berlusconi un soggetto della coalizione nel senso che non è un soggetto politico”. La presidente di Fininvest però ha negato tutto, rinnovando la sua stima a Meloni.
A cura di Annalisa Cangemi
163 CONDIVISIONI
Immagine

Ci sono state frizioni tra la figlia maggiore di Silvio Berlusconi, Marina, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni? O sono le solite malelingue, con le loro ricostruzioni fantasiose, a immaginare uno scontro che nella realtà non si è mai consumato?

Per rispondere a queste domande bisogna riavvolgere il nastro e partire dal principio, e cioè dalla lettera che Marina Berlusconi ha pubblicato sul Giornale un mese dopo la scomparsa del padre, che si è spento all'ospedale San Raffaele il 12 giugno 2023 all'età di 86 anni. In quella lettera l'imprenditrice punta il dito contro i magistrati, che hanno aspettato giusto un mese dopo la morte del fondatore di Forza Italia, per riprendere la solita attività, ovvero "la caccia a Berlusconi, con l'accusa più delirante, quella di mafiosità. Mentre nel Paese il conflitto tra magistratura e politica è più vivo e violento che mai", scrive Marina, riferendosi alle indagini della Procura fiorentina sulle stragi del '92 e del '93.

E ancora: "La persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa, credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni da cui la nostra giustizia è afflitta. È una storia che vede una sia pur piccola parte della magistratura trasformarsi in casta intoccabile e soggetto politico, teso solo a infangare gli avversari, veri o presunti", si sfoga. "Purtroppo la guerra dei trent'anni non è finita con Silvio Berlusconi. E non riguarda di certo soltanto lui. Perché un Paese in cui la giustizia non funziona è un Paese che non può funzionare", attacca.

Nel giorno del 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si reca a Palermo per portare un omaggio al giudice Borsellino, assassinato dalla mafia. Incalzata dai giornalisti sul contenuto della missiva firmata da Marina Berlusconi risponde così: "Non posso considerare Marina Berlusconi un soggetto della coalizione nel senso che non è un soggetto politico". Con poche parole Meloni è riuscita a sfilarsi e a non farsi coinvolgere in un nuovo scontro tra governo e magistratura, come quello che si era consumato giorni prima in occasione della conferenza stampa del vertice Nato di Vilnius.

Una risposta forse troppo evasiva, che ha sorpreso l'ex premier Matteo Renzi, il quale invece ha preso apertamente le difese dell'imprenditrice: "A me non è piaciuta la risposta che Meloni ha dato su Marina Berlusconi", ha detto il leader di Italia viva, "È enorme quello che sta accadendo. Ma è mai possibile che si possa considerare Berlusconi il mandante delle stragi? A Berlusconi hanno detto di tutto, ma dire una cosa del genere è enorme – ha continuato l'ex premier -. Ci crede solo la procura di Firenze. Legalità è un magistrato che si occupa di far sgomberare un edificio occupato come quello dove è sparita la piccola Kata, non ragionare di Berlusconi capo della mafia. Marina ha il mio rispetto umano e politico per quello che ha scritto nella sua lettera a ‘Il Giornale': accanirsi contro un uomo che non c'è più, lo dico io che non l'ho mai votato, è ingiusto. La Procura porti la legalità a Firenze e non si metta a riscrivere la storia per motivi politici contro Berlusconi".

Ma Marina Berlusconi potrebbe non aver preso bene la ‘timidezza' mostrata da Meloni, che invece di esporsi ha preferito girarsi dall'altra parte. Secondo un retroscena di Repubblica, firmato da Emanuele Lauria, la presidente di Fininvest si sarebbe "irritata" per le frasi pronunciate dalla premier a Palermo. Dagospia parla addirittura di "indignazione" di Marina, circostanza che fonti di primo piano del partito avrebbero confermato. Al contrario il neo segretario di Forza Italia Antonio Tajani ha minimizzato le parole della premier: "Ha solo detto che non è un soggetto politico…". Stessa posizione assunta dalla capogruppo degli azzurri in Senato, Licia Ronzulli: "Meloni ha detto ovvietà".

La smentita di Marina Berlusconi

Marina Berlusconi però si è affrettata a spegnere le polemiche, rinnovando la sua massima stima a Giorgia Meloni, presidente del consiglio. Secondo quanto apprende la Repubblica, tra le due ci sarebbe stato un chiarimento telefonico.

"In questi giorni gli organi di informazione hanno ampiamente parlato della mia lettera inviata al Giornale, la cui unica motivazione era quella di denunciare, ‘innanzitutto come figlia', la persecuzione giudiziaria subita da mio padre e il tentativo di operare su di lui una vera e propria "damnatio memoriae", ha scritto in una nota questa mattina la presidente di Fininvest.

"Alcuni media però hanno voluto vedere dietro questa lettera intenzioni che non ho mai avuto, così come mi hanno incomprensibilmente attribuito reazioni che non ho mai provato di fronte a commenti del presidente Giorgia Meloni, per la quale nutro il massimo rispetto e la massima stima. Così stanno le cose. Tutto il resto sono strumentalizzazioni fuori dalla realtà", ha aggiunto.

Anche Meloni tenta di mettere la parola fine per chiudere la vicenda, affermando ad Affaritaliani.it che "non c'è mai stato un caso", tra lei e Marina Berlusconi.

163 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views