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News su migranti e sbarchi in Italia

Cosa è successo con il salvataggio della Humanity 1, che ha sbarcato 186 migranti e una salma

“Eravamo a nord-est di Malta quando abbiamo sentito il mayday relax”. Il racconto dello sbarco della nave Sos Humanity, arrivata ieri al porto di Catania con 186 migranti a bordo e un corpo senza vita.
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foto di Lidia Ginestra Giuffrida
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La nave umanitaria di Sos Humanity si trovava già in Sar Maltese quando ha avvertito il Mayday. “Eravamo a nord-est di Malta quando abbiamo sentito il mayday relay. Abbiamo contattato l’MCC maltse ma non ci ha mai risposto. Le autorità italiane ci hanno detto di procedere, di fatto di tornare indietro, e alle 23:00 eravamo nella zona del soccorso. Al nostro arrivo ci hanno informato che in mare c’erano anche due motovedette della Guardia Costiera italiana e una nave della marina militare”, piega Lukas Kaldenhoff, il coordinatore delle comunicazioni della tredicesima missione dell’Humanity 1. “Ci hanno detto di aspettare, di stare ad una distanza di sicurezza dal barcone, e di accompagnarlo e seguirlo – continua – ma nel mezzo della notte è andato alla deriva”.

Alle 5:30 del mattino, a trenta miglia da Siracusa, la Guardia Costiera italiana ha iniziato il trasbordo delle persone a bordo del peschereccio. Passano circa 16 ore dal mayday a quando le persone vengono messe in salvo su Humanity 1, e intanto tra l’1:30 e le 2:30 muore un giovane pakistano. I 186 sopravvissuti e la salma vengono portati dalle motovedette della Guardia Costiera alla nave umanitaria verso le 6:30.  186 persone provenienti da Siria, Pakistan, Bangladesh, Nepal ed Egitto, tra cui 2 donne e 20 minori, 4 molto piccoli e 14 non accompagnati.

Foto di Lidia Ginestra Giuffrida
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Non si sa perchè le operazioni siano iniziate così tardi, probabilmente per attendere le prime luci dell’alba, soccorrere un peschereccio di quelle dimensioni non è semplice – spiega Viviana di Bartolo coordinatrice delle operazioni di ricerca e soccorso della tredicesima missione di Humanity 1.

“In ogni caso questo è un esempio di come dovrebbero essere effettuati i soccorsi in mare sempre: con il coordinamento di tutti gli attori in campo. Le operazioni sono andate esattamente come dovevano andare, e il porto di sbarco assegnatoci è stato quello di Catania, di fatto tra i più vicini”, conclude Dibartolo.

foto di Lidia Ginestra Giuffrida
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Intanto le operazioni di sbarco vanno avanti dalle 16:00 fino alle 19:00 circa, adesso i sopravvissuti saranno trasferiti all’Hub di via Forcile, a Catania, un centro gestito dalla Croce Rossa.

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