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Cosa contiene il decreto carceri varato dal Governo

Il piano del Governo per tamponare l’emergenza carceri: nei prossimi mesi saranno 1700 i detenuti che lasceranno i penitenziari. Previste modifiche alla Bossi – Fini e sgravi per reati connessi allo spaccio di droghe leggere.
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La drammatica situazione delle carceri italiane è da tempo oggetto di attenzioni da parte delle istituzioni europee, di critiche da settori rilevanti dell'opinione pubblica e dei richiami del Capo dello Stato, che, come ricorderete, solo qualche settimana addietro aveva inviato un lungo ed articolato messaggio alle Camere chiedendo che fossero fatti tutti i passi necessari per cancellare la vergogna del sovraffollamento e dell'indegnità delle condizioni di vita di parte della popolazione carceraria italiana. Un invito, che conteneva anche un richiamo alla riflessione su indulto e amnistia, che è stato accolto fra polemiche e contestazioni, finendo (paradossalmente) con l'incastrarsi con la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e con le critiche alla Bossi – Fini. Ora, mentre la discussione su amnistia e indulto è impantanata alle Camere (e, anche considerando l'orientamento del neo segretario democratico Matteo Renzi, rischia di finire nel dimenticatoio), a muoversi è il Governo, con il piano carceri che porta la firma del ministro Cancellieri e che contiene alcune misure destinate più che altro a tamponare una situazione di emergenza.

L'obiettivo del Governo è esplicito: diminuire, in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere. Lo strumento è il doppio binario della modifica delle cause di ingresso e dei meccanismi di uscita. Da una parte si opera un "intervento chirurgico in materia di piccolo spaccio di stupefacenti, responsabile della presenza in carcere di un numero elevatissimo di persone", andando finalmente ad affrontare alcuni punti decisamente controversi della legislazione vigente (non solo della tristemente nota "Fini – Giovanardi"). Nello specifico, come si legge nel testo diffuso dopo il Consiglio dei ministri:

La modifica riguarda ipotesi di lieve entità in materia di stupefacenti e consiste nell’introduzione di una nuova ipotesi di reato in luogo della previgente circostanza attenuante. Infatti, per il sistema del bilanciamento delle circostanze che poteva comportare l’azzeramento di quella attenuante legata alla lieve entità del fatto si arrivava spesso a pene molto alte e sproporzionate. La norma prevede comunque una riduzione, nel massimo, della pena edittale. Per quanto attiene all’affidamento terapeutico si interviene esclusivamente per ampliare le ipotesi concessione anche ai casi di  precedenti violazioni (come indicato dalla Corte Costituzionale) che, ovviamente continuano ad essere sottoposte alla valutazione del Giudice

Per quel che riguarda i meccanismi di uscita dal circuito penitenziario (una prima stima parla di circa 1700 beneficiari nei prossimi mesi), il Governo modifica (ampliandole) le procedure di accesso all'affidamento in prova al servizio sociale (anche terapeutico) e aumenta le possibilità di scontare la pena presso il proprio domicilio. Infine si amplia la possibilità di utilizzo del braccialetto elettronico. Ci sono poi modifiche anche alla "liberazione anticipata":

Si amplia il beneficio dell’aumento dei giorni di detenzione (da 60 a 75) per ciascun semestre di pena espiata. L’applicazione retroattiva comporta una contenuta anticipazione di una uscita che si verificherebbe comunque in tempi brevi. Non si tratta di una misura automatica e non si determina una liberazione immediata (in massa) di un numero rilevante di detenuti, ma è spalmata nel tempo e comunque sottoposta alla rivalutazione del Giudice che deve verificare il corretto comportamento dei detenuti. Inoltre per i reati più gravi previsti dall’art.4 bis dell’ord. Pen. è richiesta una motivazione rafforzata per giustificare la riduzione.

Ci sono poi una serie di novità decisamente rilevanti per quanto attiene la tutela dei diritti delle persone detenute:

  • viene istituita la figura del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà personale (intervento, quest’ultimo, senza alcun onere per la finanza pubblica);
  • viene anche previsto un nuovo procedimento giurisdizionale davanti al magistrato di sorveglianza (caratterizzato da meccanismi diretti a garantire l’effettività delle decisioni giudiziarie, nella prassi troppo spesso inevase) finalizzato a garantire ai detenuti e internati la tutela dei loro diritti.
  • vengono introdotte norme dirette a semplificare la trattazione di alcune materie di competenza della magistratura di sorveglianza, sulla quale graverà, in termini organizzativi, il peso dell’intervento d’urgenza.

Per quel che riguarda le modifiche alla Bossi – Fini nella parte che riguarda le procedure di espulsione / identificazione dei detenuti extracomunitari, è prevista infine l'anticipazione delle procedure di identificazione e sconti di pena, "restando ferme le misure di rigore nei confronti delle forme più aggressive di criminalità organizzata"

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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