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Cosa chiedono le imprese al governo e all’Europa per ‘sopravvivere’ ai dazi di Trump

Il governo ha convocato le imprese per discutere conseguenze e contromisure, dopo i dazi imposti dal presidente Usa Trump. Ecco quali sono state le proposte portate dalle associazioni di categoria al tavolo di palazzo Chigi, per arginare i possibili effetti di una nuova crisi economica.
A cura di Marco Billeci
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Il governo prova a rassicurare il mondo delle imprese, dopo lo tsunami seguito alla decisione di Donald Trump di imporre dazi al 20 percento, sulle merci importate negli Usa dall'Europa. Per un'intero pomeriggio Giorgia Meloni e i suoi ministri si chiudono a palazzo Chigi con i rappresentanti associazioni di categoria per discutere le possibili ricadute della scelta di Trump e le contromisure necessarie ad arginare le conseguenze sulle aziende italiane, che esportano sul mercato americano.

"Non vogliamo lanciare emergenze catastrofali, ma serve attivare una negoziazione, per superare insieme anche questa crisi", dice dopo l'incontro Marco Granelli, presidente di Confartigianato. Mentre il vicepresidente di Confcommercio Riccardo Garosci sintetizza così la posizione delle imprese: "È  fondamentale che l'Europa parli con una voce sola nella trattativa con gli Stati Uniti. Non servono a nessuno ritorsioni verso gli Usa, mentre è necessaria una spinta per aprirsi a nuovi mercati, dall'Africa al Sudest Asiatico". Tra le richieste portate al tavolo anche la revisione del Green Deal europeo e lo snellimento della burocrazia.

I sostegni per le imprese colpite dai dazi

A dominare la discussioneson però soprattutto le modalità per sostenere le aziende, che dovessero subire danni economici dall'aumento dei costi dell'export verso gli Usa. Anche se "quantificare le risorse necessarie è prematuro, andranno valutati gli effetti e le necessità", spiega Francesco Ferrari, vicepresidente di Confimi industria. La promessa del governo è di riconvocare le associazioni, dopo la visita di Giorgia Meloni da Trump prevista il 17 aprile, sperando magari di avere un quadro più chiaro sulle intenzioni future del presidente statunitense.

Intanto, nel corso dell'incontro la premier prospetta la possibilità di mobilitare a favore delle imprese 25 miliardi di euro. Quattordici arriverebbero dalla revisione del Pnrr, a cominciare dal piano Industria 5.0, per cui al momento è stato appostato poco più di un miliardo, sui 6,3 miliardi disponibili. Altri undici miliardi potrebbero essere ricavati dalla riprogrammazione dei Fondi di Coesione e dal Fondo Sociale per il Clima.

Si tratta però di interventi destinati a non arrivare a breve perché parliamo in tutti i casi di fondi concessi all'Italia dall'Unione europea e quindi il loro reimpiego andrebbe prima definito e poi negoziato con Bruxelles. Una trattativa con la Ue in questo senso è già in atto – assicura il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti -, ma richiederà comunque tempi abbastanza lunghi. Mentre i primi effetti dei dazi sulle imprese italiane potrebbe già farsi sentire nelle prossime settimane.

"Nell'immediato, sulla base delle effettive necessità che si presenteranno, abbiamo bisogno di risorse che garantiscano liquidità alle imprese colpite dai dazi – spiega il presidente di Legacoop Simone Gamberini  – con dei fondi di garanzia dedicati, misure di compensazione, ammortizzatori sociali". Per garantirle, una proposta è quella di una sospensione delle regole Ue sugli aiuti di stato, come al tempo del Covid.

Questa misura però aiuterebbe soprattutto i Paesi con maggiore possibilità di fare debito, mentre penalizzerebbe quelli con l'indebitamento più alto, come l'Italia. Ecco perché, secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini: "Servono soldi a sostegno alle imprese stanziati direttamente dall'Europa". Un nuovo Recovery Plan, insomma, sul modello di quello lanciato durante la pandemia. Aggiunge Prandini: "Qualsiasi risorsa a disposizione andrà poi distribuita sulla base della percentuale di esportazione negli Usa dei singoli settori, nel caso dell'agricoltura parliamo del 13 percento del totale".

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