Cosa chiederanno i partiti durante il primo giro di consultazioni al Quirinale
Nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio inizieranno al Quirinale le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Toccherà subito ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, mentre per l’arrivo al Colle dei gruppi parlamentari bisognerà aspettare giovedì 28 gennaio. Prima le Autonomie, il Gruppo Misto, Leu, Italia Viva e Pd. Venerdì toccherà a centrodestra e Movimento 5 Stelle. Ma cosa diranno i gruppi parlamentari a Mattarella? Quali saranno le proposte e le possibili soluzioni presentate al Colle? Centrale resta, almeno in questo primo ciclo di consultazioni, la figura di Giuseppe Conte: l’attuale maggioranza lo difenderà a spada tratta o lo scaricherà? E cosa farà chi, dall’opposizione, sembra più vicina all’ormai dimissionario presidente del Consiglio? Vediamo quali saranno le posizioni presentate da ogni gruppo in occasione delle consultazioni.
Le richieste della maggioranza: da M5s e Pd agli ex di Iv
Nella maggioranza la partita sembra soprattutto sul nome di Giuseppe Conte. Il Movimento 5 Stelle assicura che alle consultazioni ribadirà la centralità della figura del presidente del Consiglio dimissionario. Per Vito Crimi “non ci sono alternative a Conte” e per Luigi Di Maio “il M5s rimane il baricentro del Paese e insieme a Conte offeriremo il nostro contributo per la stabilità”. Eppure qualcuno nei 5 Stelle dice chiaramente che il nome di Conte è quello che verrà fatto “adesso” al Quirinale, ma non è detto che lo sia ancora in caso di impasse. Il Pd, invece, pur assicurando con Graziano Delrio che “Conte è un punto di equilibrio insostituibile”, non sembra pronto a porre veti: “Non c’è un Conte a tutti i costi”, afferma Andrea Marcucci. Che i dem garantiscano sostegno incondizionato a Conte durante le consultazioni, quindi, è tutt’altro che scontato.
Per il momento sembra fermamente convinto del suo sostegno a Conte Leu, altra componente dell’attuale maggioranza. Bisogna “ripartire da Conte”, afferma il capogruppo alla Camera Federico Fornaro. C’è poi il gruppo di Italia Viva, che la crisi l’ha aperta. La sua posizione l’ha chiarita ieri con l’ex sottosegretario Ivan Scalfarotto: un nome non verrà fatto, quindi neanche quello di Conte. Ma assicura, così come Maria Elena Boschi, che non ci sono pregiudiziali sui nomi.
Il centrodestra unito al Colle, diviso di fatto
Il centrodestra salirà unito al Colle: non solo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma anche Udc e Cambiamo. Dopo il vertice di ieri il centrodestra ha deciso di chiedere “un governo con una base parlamentare solida, una forte legittimazione e non, invece, un esecutivo con una maggioranza raccogliticcia”. La più netta è Giorgia Meloni: Fdi vuole un governo di centrodestra, tornando al voto, con lo scioglimento delle Camere prima del semestre bianco. Più complessa la posizione della Lega: Salvini sembra chiedere con più convinzione il voto, ma parte del Carroccio – a partire da Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia – sembra più propensa a un esecutivo di larghe intense.
C’è poi Forza Italia. Che lo dice chiaramente: il centrodestra chiede il voto, ma gli azzurri preferiscono una soluzione diversa. “Se tutti i migliori si mettono assieme per affrontare l’emergenza con un governo di unità nazionale stabile e serio” allora Fi c’è, spiega il vicepresidente Antonio Tajani. E la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, è ancora più chiara: “Fi andrà alle consultazioni con il centrodestra, ma è chiaro che delle differenze ci sono. Noi non abbiamo mai chiesto le elezioni, noi abbiamo parlato di un governo di unità sostanziale”.
Gli altri gruppi alle consultazioni: dai responsabili all’Udc
Al Quirinale andranno anche altri gruppi parlamentari. A partire dai cosiddetti responsabili, che si sono ufficialmente costituiti al Senato nel gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico. Ovviamente loro sosterranno Conte, essendo nati proprio con questo obiettivo. Gli occhi saranno puntati – soprattutto per eventuali altri cicli di consultazioni – su Udc e Cambiamo. Queste due componenti del centrodestra, infatti, sono quelle più vicine all’attuale maggioranza, secondo alcune voci. Nonostante le smentite arrivate da entrambe le parti: per ora annunciano di rimanere nel centrodestra, ma le posizioni potrebbero cambiare, soprattutto in caso di ampliamento della maggioranza.