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Guerra in Ucraina

Cosa c’è scritto nella dichiarazione finale della conferenza per la pace in Ucraina e chi l’ha firmata

Si è conclusa la conferenza per la pace in Ucraina a Buergenstock, in Svizzera, a cui hanno partecipato oltre 60 leader mondiali. Nel documento finale (che 12 Paesi non hanno firmato) si è ribadita l’importanza della questione nucleare, della sicurezza alimentare e di riportare a casa i bambini che erano stati deportati in Russia.
A cura di Annalisa Girardi
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Sicurezza nucleare e alimentare, dialogo tra le parti, integrità territoriale e rientro al loro Paese dei bambini ucraini deportati: sono questi i principali punti ribaditi nella dichiarazione finale della conferenza per la pace in Ucraina che si è tenuta oggi a Buergenstock, in Svizzera. Nel comunicato si legge che i partecipanti al summit hanno avuto "uno scambio fruttuoso, esaustivo e costruttivo di diversi punti di vista sui percorsi verso un quadro per una pace globale, giusta e duratura, basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite".

All'evento ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel suo discorso ha ribadito il sostegno a Volodymyr Zelensky e al popolo ucraino per tutto il tempo necessario. In totale erano presenti circa 60 leader mondiali e i rappresentanti di un'ottantina di governi: 12 Paesi – tra questi i membri dei BRICS insieme a Russia e Cina, cioè Brasile, India e Sudafrica – però non hanno voluto firmare le dichiarazioni finali.

Cosa c'è scritto nella dichiarazione finale del summit

I Paesi firmatari, tra cui l'intera Unione europea e gli Stati Uniti, hanno scritto di riaffermare "il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l'Ucraina, all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale".

Per poi sottolineare di avere una visione comune su una serie di aspetti cruciali: "In primo luogo, qualsiasi utilizzo dell'energia nucleare e degli impianti nucleari deve essere sicuro (…) Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l'Ucriana è inammissibile". In secondo luogo, si legge ancora nel comunicato, "la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dalla fornitura ininterrotta di prodotti alimentari e a questo proposito, sono fondamentali la navigazione commerciale libera, completa e sicura, nonché l'accesso ai porti marittimi nel Mar Nero e nel Mar d'Azov (…) La sicurezza alimentare non deve essere in alcun modo usata come arma". In terzo luogo, "tutti i prigionieri di guerra devono essere liberati mediante scambio. Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente, e tutti gli altri civili ucraini detenuti illegalmente, devono essere rimpatriati in Ucraina".

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Il discorso di Zelensky alla Conferenza per la pace

Infine nella dichiarazione i leader mondiali concludono: "Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Abbiamo quindi deciso di intraprendere passi concreti in futuro nei settori sopra citati, con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti in causa". Lo stesso Volodymyr Zelensky ha chiesto che un secondo vertice per la pace arrivi nei prossimi mesi: "Siamo in guerra, non abbiamo tempo, il lavoro per il prossimo vertice deve prendere mesi, non anni. Quando saremo pronti, ci sarà un nuovo vertice e alcuni Paesi si sono già offerti di ospitarlo", ha detto al termine del summit precisando di aver già proposto la creazione di "gruppi di lavoro".

Questi gruppi secondo Zelensky potrebbero essere ospitati da diversi Paesi disponibili ad accogliere le delegazioni: si lavorerà poi su "temi specifici", ha aggiunto. E ancora: "È importante che tutti i partecipanti hanno sostenuto l'integrità territoriale dell'Ucraina, altrimenti non ci sarà pace". La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, da parte sua ha aggiunto: "Nessun Paese accetterebbe mai i termini vergognosi di Putin. Il percorso per la pace reale richiede determinazione, alla fine toccherà all'Ucraina decidere i termini di una pace giusta. Chiedo alla Russia di ascoltare la voce della comunità internazionale".

Zelensky poi ha aggiunto: "La Russia e il suo leader non sono pronti alla pace. Putin ha però compiuto un grande errore, utile per noi: perché le sue parole, il suo cosiddetto piano di pace, hanno mostrato che non è interessato alla pace e questo lo hanno riconosciuto qui anche Paesi che hanno visioni diverse". Infine, ha concluso: "L'Occidente è stanco? Noi non abbiamo il problema della stanchezza, ma della sopravvivenza, perché Putin è venuto per distruggerci. Non si fermerà in Ucraina. Andrà avanti, credetemi, e allora tutti penseranno, in Europa, alla sopravvivenza e all'emigrazione".

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