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Cosa c’è scritto nel documento dell’Agenzia della difesa USA sulla vendita dei droni all’Italia

La possibile vendita di sei droni dagli Stati Uniti all’Italia per 738 milioni di dollari ha innescato le polemiche politiche. Per capire precisamente di che cosa si stia parlando, però, bisogna andare alla fonte, cioè a un documento dell’Agenzia di Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione statunitense.
A cura di Annalisa Girardi
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Ha fatto discutere il caso dei sei droni che potrebbero essere venduti dagli Stati Uniti all'Italia per 738 milioni di dollari. Il condizionale è d'obbligo, visto che le trattative sono ancora in corso e il contratto non è stato (finora) firmato. Ma la notizia del via libera all'operazione di compravendita da parte del Dipartimento di Stato USA ha comunque innescato una serie di polemiche, con l'Alleanza Verdi e Sinistra che ha annunciato un'interrogazione al ministro Crosetto.

Per capire meglio di cosa si stia parlando è necessario andare direttamente alla fonte, cioè all'Agenzia della Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione (Dsca) che in una scheda ha spiegato nel dettaglio di che cosa si stia parlando. Si specifica che "il Dipartimento di Stato ha deciso di approvare una possibile Foreign Military Sale (cioè una vendita di materiale militare all'estero, ndr) al governo italiano". L'oggetto in questione sono dei "velivoli MQ-9 Block 5 e le relative attrezzature per un costo stimato di 738 milioni di dollari". Il 15 agosto l'Agenzia ha consegnato la certificazione necessaria in questo tipo di operazioni, notificando il Congresso della possibile vendita.

Fonte: Agenzia della Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione, comunicato stampa.
Fonte: Agenzia della Difesa per la Sicurezza e la Cooperazione, comunicato stampa.

Nel comunicato si precisa anche che è stato il governo italiano ad avanzare la richiesta di acquisto di 6 Unmanned Aerial System (UAS) MQ-9 Block 5 Aircraft, cioè droni MQ-9, i cosiddetti Reaper. Ma non solo, collegati a questo acquisto ci sono anche:

  • 3 Unmanned Aerial System (UAS) MQ-9 Mobile Ground Control Stations (MGCS);
  • 12 AN/DAS-4 Multi-spectral Target Systems;
  • 9 LYNX AN/APY-8 Block 20A Synthetic Aperture Radars with Maritime Wide Area Surveillance (MWAS) capability;
  • 1 Embedded Global Positioning & Inertial Navigation System (EGI).

Si tratta in sostanza di stazioni di controllo a terra, sistemi per colpire il bersaglio e di navigazione e radar. A tutto ciò si aggiunge materiale non militare, come i motori, gli accessori per la manutenzione, la documentazione tecnica, software, eccetera.

Nel comunicato si sottolinea anche che questa proposta di vendita porterà vantaggi sia per gli Stati Uniti che per l'Italia. Dal lato si Washington "sosterrà gli obiettivi di politica estera e di sicurezza nazionale degli Stati Uniti migliorando la sicurezza di un alleato della Nato che è un agente di stabilità politica e progresso economico in Europa". Dal lato di Roma, invece, "migliorerà la capacità di far fronte alle minacce attuali e future espandendo e migliorando la flotta MQ-9 dell’Aeronautica Militare italiana e portando avanti gli obiettivi politici di sicurezza e interoperabilità degli Stati Uniti e della Nato".

Infine, l'Agenzia ricorda che "l’Italia ha già nel suo inventario aerei MQ-9 Block 5 con capacità d’attacco e non avrà difficoltà ad assorbire questi articoli nelle sue forze armate". Con questa operazione – che peraltro si affianca a una possibile vendita da cinque miliardi di dollari alla Germania di 600 missili di difesa aerea Patriot – non vengono alterati gli equilibri militari nella regione, aggiunge la nota, né sarà minata la capacità degli Stati Uniti di rispondere a possibili attacchi.

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