Cosa c’è nell’inchiesta sull’ex commissario Ue Timmermans: fondi alle Ong per appoggiare il Green deal
Dai Paesi Bassi è emersa un'inchiesta giornalistica che coinvolge la Commissione europea, l'ex commissario per il Clima Frans Timmermans, e una rete di organizzazioni non governative che avrebbero ricevuto fondi per promuovere le politiche green dello stesso Timmermans (che ha detto di non essere coinvolto personalmente). Le Ong coinvolte sarebbero state finanziate con soldi comunitari e avrebbero anche avuto indicazioni su specifici obiettivi di lobbying per spingere verso una attuazione più rapida delle politiche per il clima.
Il caso dei fondi alle Ong per sostenere le politiche green
A rivelare il caso è stato il quotidiano olandese De Telegraaf. Secondo quanto riportato dal giornale, le Ong in questione avrebbero ricevuto i soldi per "promuovere l’agenda green dell’ex commissario Frans Timmermans". L'ex commissario, da parte sua, ha affermato di non essere stato personalmente coinvolto negli accordi per i finanziamenti in questione.
Il quotidiano ha citato come esempio un contratto riservato a cui avrebbe avuto accesso, che prevedeva una sovvenzione da 700mila euro in cambio di un'attività di lobbying dedicata a orientare il dibattito sull'agricoltura in una direzione più ecologista. I soldi sarebbero venuti dal programma Life, il principale strumento che l'Ue usa per finanziare le attività per il clima.
Sempre stando al Telegraaf, il sistema sarebbe stato organizzato in modo da usare i fondi comunitari per promuovere attivamente specifiche politiche green. Ad esempio, all'Agenzia europea per l'ambiente sarebbe stato chiesto di dare una serie di esempi in cui il Parlamento europeo aveva migliorato la legislazione sull'ambiente a seguito di attività di lobby. La stessa dinamica sarebbe stata applicata anche per spingere verso l'approvazione la legge sul ripristino della natura.
La risposta di Timmermans e dell'Ue dopo l'inchiesta
Lo stesso Timmermans, interpellato dal giornale, ha detto di non essere mai stato coinvolto in prima persona nella stesura dei contratti di sovvenzione. Insomma, non sarebbe stata una sua decisione quella di indirizzare le Ong su temi specifici: "Non ho mai chiesto loro di fare il lavoro al posto mio". Sempre Timmermans ha detto di essere favorevole a tutte le richieste di maggiore trasparenza: "La totale apertura è il modo migliore per vedere cosa è vero".
L'inchiesta ha creato polemiche nell'Unione europea. All'inizio del suo mandato la nuova Commissione europea ha proposto di vietare le attività di lobbying presso le istituzioni dell'Ue se si utilizzano fondi pubblici. Il commissario al Bilancio Piotr Serafin ha dichiarato al Telegraaf che "è inappropriato stipulare accordi che obblighino le Ong a fare pressioni sui membri del Parlamento europeo", ma che le organizzazioni continueranno comunque a essere ascoltate nel dibattito sul clima.
Proprio Serafin ha risposto davanti all'assemblea plenaria del Parlamento europeo a chi chiedeva chiarimenti sulla vicenda, affermando che "i finanziamenti del programma Life sostengono entità no profit che supportano l’attuazione delle politiche dell’Unione, in linea con le decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio Ue". Il problema che è stato "inopportuno per alcuni servizi della Commissione sottoscrivere degli accordi che obbligano le Ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo".
La reazione dei Conservatori: "Interferenza gravissima"
Timmermans è da anni una figura al centro degli attacchi dei politici di destra, in quanto ritenuto rappresentante delle politiche progressiste sull'ambiente. Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente dei Conservatori europei, ha parlato di una "gravissima interferenza sulle dinamiche democratiche" del Parlamento e "un utilizzo scandalosamente improprio da parte della Commissione di risorse che avrebbero dovuto essere destinate a beneficio degli agricoltori".
Nel dibattito è intervenuto anche Mohammed Chahim, parlamentare europeo olandese dei Socialisti, che ha difeso la necessità di finanziare le organizzazioni della società civile: "In una società multiforme bisogna sentire tutte le voci, quindi anche quella delle Ong", ha detto, "anche se quello che dicono non piace alla destra. È la democrazia, basta ipocrisie", ha aggiunto, dato che "le grandi multinazionali del settore hanno patrimoni immensi con cui fanno quello che vogliono".