Cosa c’è nell’accordo sulle concessioni balneari che arriverà lunedì in Senato
La questione delle concessioni balneari ha creato non poche turbolenze nelle ultime settimane nella maggioranza di governo. Ma a pochi giorni dall'approdo nell'Aula del Senato del ddl Concorrenza (previsto per lunedì 30 maggio, con votazione nello stesso giorno) sembra essere stato raggiunto un accordo. Le concessioni, come stabilisce la sentenza del Consiglio di Stato, dovranno essere assegnate in base alle gare dal 1° gennaio 2024, ma in alcuni casi potrà essere concesso di un po' di tempo in più: ci dovranno però essere ragioni "oggettive, e connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa". Insomma, se risulterà impossibile svolgere la gara, ci potrà essere uno slittamento, dietro "atto motivato" e comunque "per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024".
Questa dunque la formula che avrebbe messo d'accordo le forze politiche. Ma non solo: i partiti di governo erano anche divisi sulla questione indennizzi ai concessionari uscenti, con Lega e Forza Itali che chiedevano risarcimenti basati sul valore complessivo dell'impresa e il Movimento Cinque Stelle che sottolineava la necessità di una "valutazione equa fatta sulla base di una perizia estimativa giurata da un perito indipendente". Di fatto, la questione non è stata risolta. Almeno non nell'immediato: si parla infatti di una delega al governo con un decreto attuativo che entro sei mesi dovrà definire dei "criteri uniformi" per i rimborsi. Una cosa che parrebbe certa fin da ora, però, è che tale indennizzo sarà a carico del concessionario subentrante.
Tale delega prevede anche che, entro sei mesi, il governo prenda i provvedimenti necessari per riordinare l'intero sistema delle concessioni, come del resto ha richiesto anche l'Unione europea nell'erogazione dei fondi del Pnrr. Uno dei punti che dovrà essere definito è anche quello di una garanzia per l'accesso libero e gratuito alle aree: ci dovrà essere un sostanziale equilibrio, insomma, tra quelle pubbliche e private, garantendo anche la massima partecipazione da parte delle piccole imprese in queste ultime. E sicuramente bisognerà fare il punto sui canoni (giudicati spesso troppo bassi in passato) e durata delle concessioni: bisognerà prendere in considerazione "l'effettiva redditività delle aree demaniali da affidare in concessione" e non sarà possibile procedere con proroghe o rinnovi automatici delle concessioni.