Cosa c’è nel pacchetto Sicurezza approvato dal Cdm: norme contro borseggiatrici e attivisti ambientali
Un nuovo reato per chi organizza le rivolte in carcere, procedure lampo contro le occupazioni abusive, stretta nei confronti dei borseggiatori, di chi utilizza minori per mendicare e di chi truffa gli anziani: sono solo alcune delle novità del corposo pacchetto sicurezza appena approvato dal governo.
Il Consiglio dei ministri si è riunito nel primo pomeriggio: all'ordine del giorno c'erano tre provvedimenti per il comparto sicurezza, due decreti attuativi della delega fiscale (sul contenzioso tributario e sull'adempimento collaborativo) e una serie di provvedimenti legislativi legati alle normative europee. In tema di sicurezza, tra le altre cose, è stato introdotto anche un aggravamento della pena per chi provoca lesioni alle forze dell'ordine: nello specifico, per chi commette reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale nei confronti di agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in conferenza stampa ha annunciato che nel pacchetto è stata inserita anche la possibilità, per gli agenti delle forze dell'ordine di portare con loro armi non di ordinanza mentre sono fuori servizio. In pratica gli agenti già autorizzati al porto di un'arma da fuoco di servizio potranno detenerne una privata senza il bisogno di altra licenza.
Le norme contro gli attivisti ambientali
C'è anche una norma che aumenta la pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle Forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione. In altre parole, una stretta contro le azioni di protesta degli attivisti ambientali.
Il pacchetto interviene anche sul fronte dei blocchi stradali, un'altra delle azioni messe in campo dagli attivisti ambientali per protestare contro il climate change. Ora la norma punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Questa fattispecie diventa reato nel momento in cui risulta particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente.
Stretta per chi organizza rivolte in carcere
È previsto anche un nuovo reato per punire chi organizza o partecipa rivolte in carcere: la pena in tal caso è dai due agli otto anni per gli organizzatori e dall'uno ai cinque anni per i partecipanti. Nel caso in cui vengano usate armi, sono previste apposite aggravanti. Un altro reato è previsto per chi istiga alla rivolta da fuori al carcere.
Sono anche previste procedure più veloci per chi occupa abusivamente immobili altrui. In generale è previsto un nuovo delitto, punibile con la reclusione dai due ai sette anni, per chi con la violenza o le minacce, occupa un edificio che non gli appartiene.
Sono poi previste pene più severe per chi truffa gli anziani o le persone fragili: si parla di reclusione dai due ai sei anni per truffa aggravata.
Le misure contro le borseggiatrici e detenute madri
Ci sono poi misure anti borseggio e anti accattonaggio dei minori. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa "il Questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi. Inoltre, nei processi penali per tali reati compiuti nelle metropolitane e nelle altre aree del trasporto pubblico, il giudice, ove la legge consenta la sospensione condizionale della pena, dovrà comunque prevedere il divieto di accesso a tali luoghi".
Una norma fortemente voluta da Matteo Salvini contro i borseggi nelle metropolitane, a cui si aggiunge anche una nuova norma per sanzionare chi impiega minore nell'accattonaggio. Nel caso in cui una donna venisse condannata mentre è incinta – il leader leghista aveva accusato le borseggiatrici di "approfittarsi" della gravidanza per evitare il carcere – o con un figlio minore di tre anni: non sarebbe più obbligatorio in rinvio dell'esecuzione di pena. Le agenzie di stampa riportano: "È mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge, tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età)".