Cosa prevede il decreto Carceri approvato in Cdm, tutte le novità e le misure per sovraffollamento e suicidi
Il governo Meloni ha varato un decreto legge sul sovraffollamento delle carceri: dopo settimane di annunci, il testo è arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri, che ha dato il via libera. Le norme sono in buona parte quelle già annunciate a fine giugno dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma è spuntato anche il provvedimento che dovrebbe agevolare la detenzione dei minorenni e delle persone tossicodipendenti in apposite comunità, invece che in carcere.
Il ministro Nordio ha affermato in conferenza stampa: "La visione della maggioranza è orientata sull'umanizzazione della pena. Abbiamo ascoltato le professioni legali, le istanze della società civile, sappiamo bene quali siano le emergenze. Abbiamo più volte rinnovato il nostro dolore per il triste fenomeno dei suicidi in carcere, per il disagio minorile. Abbiamo cercato di porvi riparo, in una logica che rispetti il principio garantista".
Il testo, ha sottolineato il ministro, si integra in qualche modo con il ddl Nordio, fermo in Parlamento da circa un anno e adesso in lavorazione alla Camera. Questo riguarda "non solo l'abuso d'ufficio", ha detto il ministro, ma "anche la carcerazione preventiva". Infatti si vogliono rafforzare da una parte "il principio della presunzione di innocenza", dall'altra "la certezza della pena". Questo non significa comunque "che la pena debba essere sempre riferita alla carcerazione", ha spiegato Nordio.
Cosa c'è nel testo del dl carceri: verso l'assunzione di mille agenti penitenziari
Concretamente, nel testo si prevede innanzitutto un aumento del personale penitenziario. Via libera all'assunzione di mille agenti, come già avvenuto lo scorso anno. Ci saranno anche più dirigenti penitenziari, vice commissari e vice ispettori, "per avere una catena di gestione stabile ed efficiente". L'immissione in servizio degli agenti di polizia penitenziaria sarà "più veloce", grazie a una formazione "più flessibile e mirata", ha detto il ministro, senza chiarire ulteriormente. Nordio ha detto che il decreto contiene anche una "misura che premia i funzionari più bravi" all'interno del ministero.
Libertà anticipata, telefonate dal carcere, pena in comunità: cosa cambia
Si passa poi agli interventi rivolti alle persone in carcere. Si renderà "più rapida e sicura" la procedura per la liberazione anticipata, che è già prevista dalla legge: "La procedura sarà sempre affidata al giudice di sorveglianza, ma sarà più chiara anche allo stesso detenuto", ha affermato Nordio: "Vogliamo evitare intoppi di vario tipo hanno spesso minato la certezza di questo percorso. Il detenuto viene subito a sapere quali sconti gli vengono fatti se si comporta bene, con procedure semplificate per ottenerli".
Aumenta anche il numero di telefonate possibili tra persone detenute e i loro familiari: "È molto importante per contrastare il senso di solitudine nelle carceri, contribuirà a rendere meno psicologicamente disagevole una situazione che, in quanto punitiva, già incide sulla depressione del detenuto". Questo, comunque, non si applicherà a coloro che sono detenuti con il regime di 41 bis.
Infine, c'è la possibilità di "misure penali di comunità, con l'ingresso in strutture residenziali idonee", anche mediante "servizi di riqualificazione professionale". In sostanza, per minorenni e persone tossicodipendenti o con disagi psichici, dovrebbe diventare più semplice il trasferimento "dalla brutalità, purtroppo, del carcere, a quella che è una comunità di accoglienza". Si tratterà comunque di una detenzione, e non di una forma di libertà anticipata. Ma si svolgerà, invece che in un penitenziario, in una struttura apposita: "Ci sarà un elenco presso il ministero della Giustizia delle comunità che sono disponibili. È anche in parte un rimedio al sovraffollamento carcerario", ha aggiunto Nordio.
Dunque, sarà creato un apposito albo delle comunità. Come spiegato dal governo nel comunicato finale del Cdm, ci sarà "l’istituzione di un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità, ma che non sono in possesso di un domicilio idoneo e sono in condizioni socio-economiche non sufficienti per provvedere al proprio sostentamento". L'albo sarà diviso in sezioni regionali, se ne occuperà il ministero della Giustizia.
Le altre misure nel decreto e le novità sull'abuso d'ufficio
Con un'ultima aggiunta al decreto, poi, il ministro ha dovuto riconoscere che la riforma che avrebbe portato alla nascita del Tribunale per i minorenni e le famiglie è in ritardo: "Non c’è stata adeguata copertura finanziaria quando è stato istituito, ora abbiamo assecondato le richieste della magistratura e dell’avvocatura: la sua entrata in vigore slitta di un anno". In più, si introduce un nuovo reato che serve di fatto a compensare l'abolizione dell'abuso d'ufficio. Infatti, nasce il reato di peculato per distrazione di un pubblico ufficiale: "Questo articolo colma il possibile vuoto di tutela creato dall’abrogazione dell’abuso d’ufficio", ha detto Nordio.