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Cosa c’è di vero nel piano del governo per portare in Italia mezzo milione di lavoratori migranti

Il ministro Lollobrigida ha parlato di 500mila lavoratori stranieri da portare in Italia quest’anno per coprire il fabbisogno di manodopera, ma poi ha subito ritrattato. Il governo riflette su un altro decreto Flussi, ma deve stare attento alla propaganda sui migranti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La domanda di lavoro, i migranti, la propaganda del governo, il decreto Flussi. Negli ultimi giorni è finito tutto in un gigantesco calderone. Mentre si consumava la tragedia di Crotone – e Piantedosi finiva al centro della polemica per le sue frasi sulle vittime, reiterate in più occasioni – il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, lanciava un messaggio abbastanza chiaro: "Noi quest'anno lavoreremo per fa entrare legalmente quasi 500mila immigrati legali". E ha precisato: "Lavorare sui flussi è la strada giusta, noi abbiamo un piano disatteso da anni che può essere un occasione per quelli che vogliono venire in Italia legalmente e in sicurezza".

In poche ore si parla di un piano del governo Meloni per portare in Italia mezzo milione di migranti, tanto che il ministro è costretto a fare un passo indietro. Anche per via dell'irritazione del Viminale, che di decreto Flussi ne ha già prodotto uno alla fine dell'anno. Prevede 82mila ingressi disponibili nel 2023 – e dimostra, tra l'altro, che all'Italia i migranti servono – praticamente un quinto di quanto detto da Lollobrigida. Poi è arrivata la smentita: "Non ho mai parlato di alcun piano e la cifra da me indicata si riferisce al numero di richieste di ingressi sul nostro territorio nel settore della produzione, nei trasporti, in agricoltura, nel terziario e via così".

Dalle dichiarazioni del ministro Lollobrigida, insomma, è emerso un dato chiaro: l'Italia ha bisogno urgente di lavoratori, anche se il governo continua a usare l'alibi del reddito di cittadinanza. Anche dopo averlo abolito. In estate tutti coloro che possono lavorare perderanno l'aiuto, e si vedrà se improvvisamente il problema della carenza di manodopera sarà risolto. Ma dalle stesse frasi del ministro Lollobrigida, sembra davvero difficile. Perché prevedere mezzo milione di ingressi se pensi di poter coprire la domanda di lavoro con il mercato interno?

"Ci sono tra i 300mila e i 500mila posti di lavoro disponibili in Italia, questo può dar vita a un'immigrazione legale, che noi riteniamo giusta", ha confermato oggi alla Stampa lo stesso ministro. "Abbiamo deciso di lavorare sul nuovo decreto Flussi, di cambiarne le regole – ha spiegato Lollobrigida – lavoriamo a una modifica integrale che ragioni sull'offerta reale che abbiamo in Italia". Anche perché – secondo i dati del ministero del Lavoro citati dal titolare dell'Agricoltura – siamo già a 280mila richieste per venire a lavorare in Italia, con le sole 80mila già approvate.

L'Italia ha bisogno di lavoratori e le richieste ci sono. La palla passa al governo, che deve gestire a livello comunicativo una partita complessa come quella dell'immigrazione – su cui ha sempre fatto propaganda, fino alle storture dimostrate nella gestione Piantedosi – e capire come girare questa eventuale iniziativa a suo favore. Ci ha già provato ieri il titolare del Viminale, che è passato dal colpevolizzare violentemente le vittime del naufragio a dire che il suo motto è "fermatevi, veniamo noi a prendervi". Ma al momento, per ovvie ragioni, la credibilità di queste affermazioni è sotto allo zero.

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