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Crisi di Governo 2022

Cosa cambia con il gruppo dei Responsabili e perché a Conte manca ancora la maggioranza in Senato

In Senato si è costituito ufficialmente il gruppo dei responsabili, pronti a sostenere un Conte ter. Si chiama Europeisti-Maie-Centro Democratico e conta su 10 senatori. Tuttavia questo non cambia gli equilibri in Senato: si tratta infatti di senatori che avevano già votato la fiducia a Giuseppe Conte la scorsa settimana in Aula. E anche aggiungendo un ultimo fuoriuscito da Forza Italia e un senatore M5s assente il giorno del voto a causa Covid, si arriverebbe a 158. Non abbastanza per la soglia della maggioranza assoluta, fissata a 161.
A cura di Annalisa Girardi
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In Senato si è costituito ufficialmente il gruppo dei responsabili pronti a sostenere Giuseppe Conte per un nuovo governo. Le consultazioni indette dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio andranno avanti fino a venerdì: questo significa che ci sono ancora pochi giorni per provare ad allargare la maggioranza. E Conte, parlando per la prima volta dopo aver fatto il passo indietro, ha lanciato un appello proprio in questa direzione: "Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità: la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale. Serve un'alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista, in grado di attuare le decisioni che premono", ha scritto sui suoi canali social. Ma anche con il gruppo dei responsabili la situazione, per quanto riguarda i numeri in Senato, non cambia.

Chi sono i responsabili al Senato

Il gruppo dei responsabili a Palazzo Madama si chiama Europeisti-Maie-Centro Democratico ed è composto da dieci senatori, il numero necessario per formare un gruppo parlamentare. Il presidente è Raffaele Fantetti (Maie-Italia 23) e gli altri componenti del gruppo sono Andrea Causin (ex Forza Italia, è anche vice-presidente), Maurizio Buccarella (Maie-Italia 23), Adriano Cario (Maie-Italia 23), Saverio De Bonis (Maie-Italia 23), Gregorio De Falco (ex M5s, ha chiesto di aderire al Centro Democratico), Ricardo Merlo (Maie-Italia 23), Maria Rosaria Rossi (ex Forza Italia), Gianni Marilotti (ex M5s, passato alle Autonomie) e Tatjana Rojc (Pd, iscritta al gruppo Maie).

Tuttavia i numeri non cambiano: infatti si tratta di senatori che, dal primo all'ultimo, avevano già votato la fiducia a Giuseppe Conte lo scorso 19 gennaio in Senato. Rientrano tutti in quei 156 voti a favore che avevano permesso al presidente del Consiglio dimissionario di incassare la fiducia, seppure relativa.

Perché i numeri non cambiano al Senato

Ci sono un altro paio di fattori da prendere in considerazione. In ultimo un'ulteriore fuoriuscita da Forza Italia: si tratta del senatore Luigi Vitali, che ha annunciato il suo addio al partito di Silvio Berlusconi per poter sostenere Conte. Che potrebbe così ora arrivare a quota 157 nell'Aula di Palazzo Madama. A cui va aggiunto anche un senatore del Movimento Cinque Stelle che era assente il giorno del voto sulla fiducia a causa della positività al coronavirus. Si arriva così a 158, a cui vanno comunque sottratti i tre senatori a vita. Non si arriverebbe comunque alla soglia della maggioranza assoluta, fissata a 161. Va inoltre specificata un'ultima questione: il senatore Lello Ciampolillo, che lo scorso 19 gennaio aveva votato all'ultimo minuto il sì alla fiducia, ha detto alla stampa di non aver ancora deciso se sosterrà un eventuale Conte ter o meno. Deciderà nei prossimi giorni.

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