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Cosa cambia per minorenni e genitori con il decreto Caivano, tutte le misure del governo Meloni

La novità del decreto Caivano: sanzioni più dure per i minorenni soprattutto quando si parla di reati violenti o legati allo spaccio, anche di lieve entità. Per i genitori scatta la possibilità di carcere di revoca della patria potestà se i figli non frequentano la scuola o sono coinvolti in associazioni criminali.
A cura di Luca Pons
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Daspo urbano applicabile anche ai quattordicenni, più facile l'arresto e la custodia cautelare in carcere, prigione per i genitori che non mandano i figli a scuola. Il governo Meloni ieri si è incontrato e il Consiglio dei ministri ha approvato soprattutto due provvedimenti. Il primo è il decreto Sud che ha dato il via alla Zes unica per tutto il Mezzogiorno. Il secondo, più discusso a livello mediatico e presentato con molta più enfasi anche in conferenza stampa, è un decreto che interviene sui reati minorili, la dispersione scolastica e altri temi legati ai giovani e giovanissimi. Giorgia Meloni, intervenuta a sorpresa davanti ai giornalisti dopo il Cdm, ha commentato le nuove norme dicendo che "lo Stato ci mette la faccia" e che la criminalità minorile "si sta diffondendo a macchia d'olio". È stato chiamato decreto Baby gang o decreto Caivano, perché le misure sono arrivate in buona parte come risposta ai fatti di cronaca avvenuti vicino a Napoli (per i quali è stato nominato commissario il dirigente medico della Polizia di Stato Fabio Ciciliano).

Punizioni più dure per spaccio (anche lieve) e armi

Lo spaccio di stupefacenti, anche se è di lieve entità, ora sarà tra i reati che possono portare all'arresto immediato per chi viene sorpreso in flagranza. Si parla comunque di arresto facoltativo, quindi starà alla discrezione degli agenti di polizia coinvolti caso per caso. La stessa misura si applicherà anche ad altri reati: minacce, violenze e resistenza a pubblico ufficiale. Anche la pena per lo spaccio è stata alzata: da 1 a 5 anni di carcere, mentre prima era da sei mesi a 4 anni. Punizioni più pesanti anche per il porto abusivo si strumenti atti ad offendere (ad esempio un coltello da cucina) e di armi bianche.

Carcere e domiciliari scattano più facilmente

La pena edittale minima è stata abbassata da 9 a 6 anni per i minorenni con più di 14 anni. Questo significa che l'arresto in flagranza e la custodia cautelare in carcere (o agli arresti domiciliari) prima del processo può scattare per molte più accuse di reato. Ad esempio, violenza verso un pubblico ufficiale, o anche rapina, o spaccio aggravato (si ha quando si parla di sostanze come la cocaina). Dall'altra parte, sarà allargata la possibilità di ricorrere alla messa in prova, che sostituisce il carcere con dei lavori socialmente utili: lo strumento potrà essere applicato già dalle indagini preliminari, e nel caso farà cadere le accuse.

Sempre in tema di carcere, chi ha tra i 18 e 21 anni potrà essere trasferito nelle carceri ordinarie. Questo avverrà però solo in casi estremamente gravi, come soggetti che impediscono l'attività di altri detenuti, sono violenti o minacciano le altre persone presenti. Servirà sempre l'autorizzazione del magistrato di sorveglianza.

Come funziona il divieto di usare il cellulare

Una norma particolarmente discussa nelle ore prima del Cdm, che era stata anticipata dall'esecutivo con una bozza del decreto, è il divieto di utilizzare il cellulare imposto per legge ad alcuni minorenni. Il provvedimento è stato poi ridotto rispetto alla sua forma iniziale, che era molto più diffusa. Secondo quanto spiegato dal ministro Piantedosi in conferenza stampa, il questore potrà proporre al Tribunale di imporre il divieto di cellulare e altri mezzi di comunicazione (divieto di utilizzarli o anche di possederli), ma solo se questi sono stati utilizzati per compiere un reato. In caso di violazione del divieto, scatterebbe il carcere da uno a tre anni.

Ammonimento in questura da 12 anni in su

L'ammonimento del questore – cioè la convocazione in questura e l'avvertimento di non commettere ulteriori offese – potrà applicarsi anche ai 12enni se sono accusati di danneggiamento aggravato, lesioni gravi, furto o rapina aggravati. In questo caso i genitori potranno ricevere una multa da 200 a mille euro. Non cambia invece la soglia di imputabilità: non si potrà andare a processo per un reato fino a 14 anni, come avviene già oggi.

Una questione diversa è invece quella dell'avviso orale della questura. Questo è un atto diverso: si viene comunque convocati in questura, ma a questo punto il questore avvisa la persona che ci sono indizi a suo carico e di seguire le leggi. Finora si applicava solo ai maggiorenni, quando ritenuti socialmente pericolosi, mentre adesso potranno ricevere un avviso anche i 14enni.

Daspo urbano, per i 14enni divieto di frequentare scuole e locali

L'applicazione del cosiddetto Daspo urbano si allarga oltre i maggiorenni, e comprende tutti dai 14enni in su. Anche la durata del Daspo sarà maggiore, il minimo passa da sei mesi a un anno e il massimo da due a tre anni. Si tratta del divieto di andare in zone precise della propria città, anche solo specifici locali o spazi pubblici, incluse le scuole. La misura potrà scattare non solo per chi viene condannato o denunciato per vendita o cessione di sostanze stupefacenti, come avviene oggi, ma anche per chi è semplicemente sorpreso a detenere stupefacenti ai fini dello spaccio. Chi viene denunciato per reati contro la persona o il patrimonio, per resistenza a pubblico ufficiale o per porto di arma impropria potrà poi essere bandito anche da discoteche e locali notturni.

Genitori in carcere se i figli non vanno a scuola (o sono coinvolti con gruppi mafiosi)

Nel caso in cui i genitori non mandino i propri figli a scuola durante il periodo dell'obbligo, cioè fino alla seconda superiore, la sanzione non sarà più una multa di modesta entità, ma potenzialmente fino a due anni di carcere. Ci sarà anche il rischio di vedere revocata la potestà genitoriale. Lo stesso avverrà se i minorenni in questione sono legati a un'associazione a delinquere di stampo mafioso, oppure che si dedica al traffico di sostanze stupefacente, anche quando i minorenni non hanno commesso direttamente nessun reato.

Sparita la norma sul blocco dei siti porno

Non è stata inserita, nonostante le anticipazioni e la pressione della ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, una misura che prevedesse un blocco più stringente dei siti di pornografia per i minorenni. La norma è presente solo come obbligo, per i produttori di dispositivi elettronici, di prevede sempre la possibilità di un parental control gratuito. A questo dovrebbero seguire, secondo quanto annunciato dalla stessa ministra, campagne d informazione e linee guida sul tema.

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