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Cosa cambia per le licenze con la riforma dei taxi e perché è stato già proclamato uno sciopero

La riforma dei taxi approvata con il decreto Asset non piace a nessuno: né ai sindaci, né ai tassisti (che hanno già proclamato un primo sciopero), né ai consumatori che chiedevano più coraggio all’esecutivo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il decreto Assett approvato oggi in Parlamento, tra le altre cose, dà il via libera definitivo alla riforma dei taxi di cui si era parlato durante l'estate. Le novità, di per sé, non sono poi tante, anche perché già in precedenza i sindaci avevano la possibilità di aumentare le licenze. Con la riforma di settore, però, cambiano le regole. E i nuovi bandi emessi dai Comuni rilasceranno dei permessi di guida temporanei, che avranno una durata limitata. Al netto di questo, le nuove misure sui taxi sembrano non piacere a nessuno: ai sindaci, che contestano un passaggio della norma, ai tassisti, che hanno già annunciato uno sciopero, e ai consumatori, che chiedevano più coraggio al governo Meloni.

La mini-riforma consiste nella procedura semplificata per rilasciare nuove licenze in maniera temporanea da parte dei Comuni: avranno una durata di 24 mesi e dovranno essere assegnate a tassisti già attivi. Con due licenze, una dovrà essere venduta o riutilizzata. La norma prevede che le risorse ottenute con la vendita delle licenze vadano direttamente ai tassisti, per "compensare" l'emissione di nuovi permessi. E perciò non saranno più nella disponibilità dei Comuni. Proprio su questo si sta consumando lo scontro, da giorni, tra sindaci e governo, con Roberto Gualtieri in prima linea.

"Applicando il decreto, perderemmo tutti i soldi che vanno ai Comuni per la gestione amministrativa, il decreto così fatto è inutilizzabile, ci hanno fatto perdere due mesi – ha detto il sindaco di Roma – ora basterebbe un decreto di una riga che ripristina il 2% delle risorse ai Comuni dalle licenze, e io gli farò l’applauso. Io devo scegliere tra avere la procedura ordinaria o perdere risorse preziose, altrimenti faremo la proceduta accelerata e toglieremo soldi ai romani". Insomma, si tratta di una questione meramente burocratica, su cui però il governo non sembra intenzionato ad ascoltare: "La procedura concorsuale straordinaria è particolarmente celere", ha scritto il ministro Urso a tutti i sindaci interessati. La novità, in effetti, è proprio questa, la procedura velocizzata.

Nel frattempo i tassisti sono nuovamente sul piede di guerra e hanno già proclamato uno sciopero di 24 ore per il 10 ottobre: "La causa scatenante è il decreto Asset, un provvedimento omnibus predisposto non a caso nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati, 60 giorni – afferma l'Usb Taxi in un comunicato – Inopportuno è la definizione più elegante per questo decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli enti locali e il governo si rimpalleranno le responsabilità dell'incremento delle licenze senza nessun dato concreto".

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