Cosa cambia per il governo Draghi ora che il Parlamento ha deciso per il Mattarella bis
Al Quirinale da febbraio non cambierà nulla, continuerà a esserci Sergio Mattarella. E al governo? L'elezione del presidente della Repubblica, conclusasi dopo giorni e giorni di colloqui e trattative con la riconferma di Mattarella, ha scombussolato gli equilibri della maggioranza e i rapporti di forza tra i partiti. Si sono visti tentativi del centrodestra (poi finiti male) di blitz per eleggere un proprio candidato nonostante i veti dell'area progressista e diverse spaccature interne. Forza Italia, al sesto giorno di negoziati, ha deciso di scaricare il centrodestra per trattare in autonomia, mentre Enrico Letta guardava il presidente dei Cinque Stelle lavorare da solo senza consultare prima l'alleanza di Pd e LeU. Con inevitabili conseguenze all'interno del Movimento: Luigi Di Maio ha già messo in chiaro che servirà una riflessione interna.
Cosa è successo nel centrodestra
La partita per il Quirinale era cominciata con il centrodestra che si intestava il diritto di nominare il prossimo capo dello Stato, ma si è conclusa in modo nettamente diverso. La coalizione si è infatti spaccata in due momenti: prima quando Matteo Salvini aveva deciso di trattare da solo con Giuseppe Conte per lanciare l'operazione "una donna al Quirinale" e poi quando si era accordato con la maggioranza di governo per sostenere la rielezione di Mattarella. Una scelta che non era affatto piaciuta a Giorgia Meloni: "Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da presidente della Repubblica. Non voglio crederci", aveva subito commentato la presidente di Fratelli d'Italia. Sfumano quindi sempre più le ipotesi di federazione o partito unico per le prossime elezioni politiche, dopo lo strappo di Meloni e Salvini, che ha preferito tutelare la maggioranza di governo che la coalizione.
La spaccatura interna
La maggioranza, quindi, non è rimasta intatta. Non è però detto che si potrà dire la stessa cosa per l'effettiva squadra a Palazzo Chigi. Le mosse del leader non sono piaciute infatti a tutti nella Lega e questo potrebbe avere ripercussioni anche a Palazzo Chigi. Dove Draghi ha incontrato Salvini e il ministro dello Sviluppo economico e numero due del partito, Giancarlo Giorgetti. "Sono felice che Mattarella abbia accettato con senso di responsabilità l'intenzione del Parlamento di indicarlo alla presidenza della Repubblica. Dimissioni? Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto: il governo con la sua maggioranza adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest'anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al Paese", aveva commentato qualche ora fa Giorgetti. Per poi aggiungere: "Credo che conosciate esattamente i provvedimenti che ci aspettano nel prossimo anno, i problemi sono seri e gravi. Il governo lavora benissimo ma di fronte ad un anno cosi' e' necessario quantomeno un nuovo codice comportamento tra gli alleati di maggioranza".