Cosa cambia con il nuovo decreto Fisco, multe più basse per chi non è in regola con le tasse
Un altro passo avanti per la riforma fiscale del governo Meloni: nei prossimi giorni dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri – forse già nell'incontro di venerdì mattina – il nuovo decreto fiscale, che era stato varato a febbraio dal governo. Da allora, come prevede la procedura, il testo è passato in Parlamento (dove le commissioni hanno dato i loro pareri), dagli uffici tecnici della Ragioneria dello Stato e dell'Agenzia delle Entrate, e poi dalla Conferenza Stato-Regioni per l'approvazione. Ora, con alcune modifiche, tornerà al Cdm per ricevere il via libera definitivo, proprio nei giorni in cui si apre la finestra per inviare il 730 precompilato.
Il decreto legislativo si concentra soprattutto sull'aspetto delle sanzioni. Le nuove norme, che dovrebbero entrare definitivamente in vigore dopo l'estate, prevedono infatti di ridurre le multe per allinearle con i "parametri europei", come aveva spiegato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. In Italia, infatti, in media le sanzioni sono più basse in percentuale rispetto ad altri Stati dell'Ue.
Ad esempio, attualmente la sanzione prevista per chi non presenta la dichiarazione dei redditi può arrivare fino al 240% della somma dovuta. Invece, con l'entrata in vigore del nuovo decreto, scenderà fino ad avere un tetto massimo del 120%: in sostanza, sarà dimezzata. Lo stesso varrà anche per coloro che non presentano la dichiarazione Irap o quella del sostituto d'imposta. Anche per i contribuenti che versano al Fisco meno di quanto devono la sanzione sarà decisamente ridotta: oggi può andare dal 90% al 180% della somma mancante, mentre con le nuove regole andrà al massimo al 70%.
Alcuni altri esempi sono le multe per le irregolarità nelle dichiarazioni di successione, che costeranno tra i 250 e i 2mila euro. O ancora l'omissione di richiesta per registrazione degli atti, che oggi porterebbe a una multa tra il 120% e il 240% dell'imposta dovuta e invece scenderà tra il 45% e il 120%. Per le partite Iva, il limite massimo dovrebbe essere fissato al 60%, e per chi non versa perché è in difficoltà economica, ma si impegna a saldare i debiti pagando a rate, non ci saranno conseguenze penali. In più, chi decide di versare a rate non potrà subire la confisca dei beni.
Ci sono anche dei casi in cui le multe diventeranno più pesanti. Per i comportamenti fraudolenti, e nei casi di recidiva per i tre anni successivi a un illecito, l'importo da pagare potrà essere aumentato fino al doppio. Oggi invece l'aumento per i recidivi può arrivare al massimo alla metà del totale dovuto.