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Cosa c’è dietro l’offerta di Berlusconi a Bersani

Il Cavaliere si dice sicuro di essere in testa nei sondaggi, ma allo stesso tempo sa che il voto immediato non è la strada giusta. Un controsenso soltanto all’apparenza, perché gli obiettivi restano “altri”.
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Otto proposte di legge per "la prima applicazione del programma che ha portato la coalizione di centrodestra a un soffio dalla vittoria nelle ultime elezioni". Otto punti per riprendersi la scena, per tornare al centro del dibattito e, parallelamente, per dare concretezza alle manifestazioni di piazza con le quali il Popolo della Libertà intende rafforzare il legame con i propri militanti. Ma anche otto punti per dire che, sì, un'intesa è possibile. Un governo di responsabilità, in grado di dare stabilità al Paese e di avviare il percorso per le riforme.
E' questo il percorso immaginato da Silvio Berlusconi, nel momento di massima difficoltà del Partito Democratico, ad un passo dall'implosione. Sostanzialmente infatti, il Cavaliere sa che parte dei dirigenti democratici preme sul segretario per impostare nel merito un dialogo per la formazione del nuovo Governo. Dunque, da un lato mette sul piatto un'offerta politica ("un nome del Pd, ma esecutivo politico", come ripetono i pontieri azzurri), dall'altro non esita a mostrare i muscoli, portando il suo popolo in piazza e lasciando intendere di essere pronto ad una nuova campagna elettorale.

Gli obiettivi sono piuttosto chiari: costringere il Pd a piegarsi, almeno "impostando" un dialogo (sulla formula, più che sui contenuti), ma soprattutto stoppare nomi non graditi nella corsa al Quirinale, convergendo su una personalità "non divisiva". Appare chiaro, infatti, che i berluscones non abbiano alcuna volontà di andare al voto a brevissimo. Per ragioni di opportunità politica (il "dramma" di candidature, esclusioni ed equilibri interni), per calcoli elettorali (difficile che una consultazione a brevissimo sia risolutiva e i sondaggi non sono più una garanzia in tal senso) e perché incombe sempre la spada di Damocle delle vicende giudiziarie del Cavaliere. E affrontare in queste condizioni di incertezza una nuova campagna elettorale può essere un enorme rischio, soprattutto poiché lascerebbe via libera all'aggressività comunicativa di Beppe Grillo. Insomma, il calumet della pace è pronto: Bersani si siederà di fronte al Cavaliere?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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