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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Cosa andranno a fare i carabinieri italiani a Gaza

Nei prossimi giorni sette carabinieri italiani partiranno, insieme ad altri militari francesi e spagnoli, per il valico di Rafah nel sud della Striscia di Gaza. Si uniranno alla missione europea Eubam, con lo scopo di portare fino a 300 feriti al giorno al di là del valico, in modo che possano ricevere assistenza medica.
A cura di Luca Pons
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Nelle prossime ore, sette carabinieri italiani partiranno per il valico di Rafah, nella Striscia di Gaza. A farlo sapere è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che lo ha annunciato ai giornalisti a margine del Consiglio Ue in corso a Bruxelles. Poco dopo, il ministero di Tajani insieme a quello della Difesa ha confermato alcuni dettagli dell'operazione in cui saranno coinvolti i militari italiani.

"La missione militare che andrà a fare controllo a Rafah partirà da Vicenza con un volo militare. Ci sono italiani, spagnoli e francesi", ha detto Tajani. Si tratta di Eubam Rafah, missione sospesa dopo il 7 ottobre 2023 e che dovrebbe ripartire ora che è arrivato un cessate il fuoco. "È significativo che l'Europa vada al valico", ha insistito Tajani, dicendo che comunque tutte le operazioni dovranno coinvolgere anche l'Autorità nazionale palestinese.

La decisione di riattivare la missione è arrivata proprio al Consiglio Ue degli Esteri, presieduto dall'Alta rappresentante Kaja Kallas. Eubam sta per "European Union border assistance mission", cioè missione europea di assistenza al confine. Sono stati sia Israele che l'Anp, con il sostegno dell'Egitto, a chiedere che l'operazione venisse avviata. Il ministero degli Esteri e quello della Difesa italiani hanno comunicato che la ripartenza è "una misura concreta per sostenere il recente accordo di cessate il fuoco".

L'obiettivo concretamente sarà quello di "coordinare e facilitare il transito giornaliero fino a 300 feriti e malati, garantendo assistenza e protezione a persone vulnerabili in un contesto di emergenza umanitaria". Dunque fino a 300 persone al giorno che hanno bisogno di assistenza medica dovranno uscire dalla striscia per ricevere aiuto – in una situazione in cui a Gaza le infrastrutture mediche sono state in gran parte devastate dai bombardamenti.

Il valico di Rafah era stato al centro di una dura contesa negli scorsi mesi, perché l'esercito israeliano aveva deciso di impedire o rallentare il passaggio non solo delle persone, ma anche degli aiuti umanitari da questo spazio, sostenendo che permetterlo avrebbe aiutato Hamas. Dopo i bombardamenti al nord della Striscia, molte persone si erano rifugiate proprio nei pressi di Rafah, ma poi anche questa zona è stata attaccata, causando moltissime vittime civili all'interno dei campi profughi.

La missione dovrebbe durare per 42 giorni nel complesso. I carabinieri italiani partiranno "entro la fine di gennaio" e si uniranno anche ad altri due italiani, che già fanno parte della Eubam e al momento si trovano in Cisgiordania, a Gerico. In più, ci saranno anche nove componenti della Guardia civil spagnola e quattro della gendarmeria francese.

L'Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri Kaja Kallas ha detto che "tutti concordano che la missione Ue a Rafah può giocare un ruolo decisivo nel sostenere la tregua". La partecipazione italiana a questa iniziativa, hanno sottolineato Tajani e Crosetto, "riflette il costante impegno del nostro Paese nella promozione della stabilità e della solidarietà internazionale".

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