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Corteo Cgil, le voci dalla piazza: “Sì allo sciopero generale” [VIDEO]

Migliaia i lavoratori della sezione romana che hanno manifestato nelle strade della Capitale. Dalla cultura ai dipendenti pubblici, dagli esodati ai precari, ritratto di un Paese estenuato, ma che non vuole cedere al disastro: “Su ammortizzatori sociali e accesso al lavoro il governo non ha fatto nulla”. E intanto il leader Camusso annuncia mobilitazione nazionale per il 10 maggio.
A cura di Enrico Nocera
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Cgil in piazza

Una scritta bianca su sfondo rosso: “Facciamo crescere il lavoro”. Il corteo romano della Cgil si apre così. Migliaia i lavoratori scesi in piazza con il segretario nazionale Susanna Camusso, contro la riforma Fornero. Il leader del sindacato, dal palco di Piazza Farnese prende di petto il governo e annuncia battaglia: “Non c'è stato alcun intervento a favore dell'equità. Un dramma sociale che sta diventando insopportabile per il nostro Paese”. Risultato: sciopero generale, previsto per il prossimo 10 maggio.

ACCESSO AL LAVORO E AMMORTIZZATORI – A sfilare sotto il diluvio sono in tanti: giovani “a progetto”, pensionati, lavoratori della conoscenza, dipendenti pubblici, fino agli esodati. La pioggia non ha fermato davvero nessuno, in questa fredda mattinata romana: “Vogliamo un lavoro e una pensione più dignitosi – grida lo speaker dal camioncino in testa al corteo – bisogna difendere l'articolo 18 perché la tutela dei lavoratori è sacrosanta”. Altro punto dolente sono gli ammortizzatori sociali: in un Paese dove gran parte dell'economia è trainata dalle piccole e medie imprese con meno di 15 dipendenti, questa forma di tutela non sarà loro garantita. Nessuna tutela, sottolinea la Camusso dal palco di Piazza Farnese, sarà garantita ai giovani, che con le 46 tipologie contrattuali esistenti, continueranno a districarsi in un mercato del lavoro mai così incerto. Dove il posto fisso, per intenderci, sembra davvero opera di un abile narratore di fantascienza.

L'ETERNO DILEMMA DELL'ARTICOLO 18 – Il segretario della Cgil non intende concedere alcun compromesso sull'articolo 18: “E' un diritto sacrosanto. In questi anni è passata l'idea che le imprese possono fare ciò che vogliono in materia di licenziamenti. È stato concesso troppa libertà a Confindustria sacrificando, come sempre, le tutele ai lavoratori”. Un risultato importante, come riconoscono anche molti manifestanti presenti al corteo, è stato raggiunto sul tema del reintegro: “E' stato grazie alla nostra mobilitazione che la situazione si è sbloccata – afferma la Camusso – mobilitazione che continueremo a portare avanti durante tutta la discussione del ddl in Parlamento. La riforma, di per sé, non creerà nemmeno un nuovo posto di lavoro. C'è bisogno di intervenire sulla precarietà, che ha peggiorato drasticamente il nostro Paese, facendolo sprofondare in un dramma sociale”.

L'ATTACCO AD ALEMANNO – Non mancano le critiche rivolte al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che nei giorni scorsi ha espresso la sua netta contrarietà a questo come a tutti i tipi di corteo che possano bloccare la circolazione nella Capitale: “Un Paese democratico che vieta le manifestazioni di piazza si mette su una brutta china – sottolinea il leader Cgil – Alemanno deve rendersi conto che essere sindaci di una Capitale vuol dire prendersi sia gli onori che gli oneri”. “Non ho alcuna volontà di entrare in conflitto con una delle più importanti confederazioni sindacali del Paese – replica in serata il primo cittadino – ma come sindaco ho il dovere di difendere i cittadini romani dagli effetti di una esasperata e spesso pretestuosa conflittualità”.

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