Corte dei conti: “In Italia pressione fiscale altissima”. E non sarà facile cambiare
"Appare non più differibile un approccio innovativo e non convenzionale nelle politiche di riequilibrio della finanza pubblica, a iniziare proprio da un disegno organico di revisione della spesa pubblica". È questo il nucleo centrale delle considerazioni che il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, indirizza più o meno direttamente al Governo durante l'introduzione alla relazione sul rendiconto generale dello Stato 2012. Una relazione articolata, che affronta tutti i nodi della spesa pubblica, ricordando anche che "si va verso l'esaurimento dei margini offerti dal ricorso ai tagli lineari". Dunque gli "interventi sulla spesa pubblica vanno intesi anche come ripensamento delle modalità di prestazione dei servizi pubblici in relazione alle aspettative dei cittadini in un contesto sociale e demografico profondamente mutato".
Da questa considerazione arriva anche un velato allarme: "Il Governo e l'assemblea parlamentare potrebbero essere avvertiti circa le criticità dei saldi di bilancio, individuando altresì meccanismi di monitoraggio funzionali all'attivazione di eventuali clausole di salvaguardia".
Una preoccupazione che nasce dalla constatazione dei guasti della macchina statale, a partire dall'attuale assetto costituzionale che "difetta di una norma di chiusura, che garantisca l'effettività della vigenza delle nuove misure poste a tutela della finanza pubblica". Del resto, un ulteriore fattore di preoccupazione è dato dalla pressione fiscale, ormai arrivata al 44% e ormai superiore di 3 punti percentuali rispetto alla media europea, anche se Gianpaolino avverte: "La possibilità di una riduzione non è facile da coniugare con il rispetto degli obiettivi europei che permangono severi".