La Corte Conti bacchetta Letta: “Bisognerebbe ridurre le tasse, invece…”
La legge di stabilità non ha convinto nemmeno la Corte dei Conti. Con una battuta è questo il giudizio che emerge dall'audizione in Senato del presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri sul merito del provvedimento impostato dal ministro dell'Economia Saccomanni. Ovviamente al centro delle critiche e delle perplessità della Corte vi è il taglio del cuneo fiscale, che "escludendo ben 25 milioni di soggetti mostra evidenti problemi distributivi e di equità e nel complesso presenta rischi ed incertezze di non poca rilevanza". Il problema, secondo Squitieri, è che non si rintracciano nel provvedimento segnali forti per il "contrasto del declino del sistema produttivo, che rappresenta oggi l'emergenza nazionale sulla quale va concentrata e misurata la capacità di intervento".
Senza contare che le previsioni del Governo su un miglioramento del ciclo economico a livello di macroarea europea sono ancora tutte da verificare e non è escluso che "si realizzi un quadro meno favorevole e con scostamenti crescenti nel tempo". Non manca poi la critica su un aspetto cruciale, quello della riduzione del livello complessivo di tassazione: "Il rischio è che le imposte aumentino in modo rilevante (in relazione ala ridefinizione della tassazione sugli immobili, ndr) e sembra sempre più indispensabile uno sforzo straordinario mirato al recupero di ulteriori margini di risparmio, sia da destinare a una riduzione del carico fiscale che a incidere sulle carenze più evidenti nella qualità dei servizi pubblici".