Corrado Clini stecca la prima: Nucleare sì, a certe condizioni (video)
Un pericoloso esordio, quello di Corrado Clini che ha parlato ieri ai microfoni di Un giorno da pecora di Radio 2: domande a raffica che, probabilmente, hanno colto impreparato il neo ministro dell'Ambiente, facendolo incappare in qualche risposta poco felice su questioni della massima delicatezza. Interrogato sul ritorno al nucleare, infatti, Clini sostiene che «è un'opzione su cui bisognerebbe riflettere molto» ed esprime dunque il suo «sì, a certe condizioni».
Immediate le critiche, con Di Pietro in testa che ha fatto notare come i cittadini abbiano già espresso, pochi mesi fa, la propria opinione in materia, bocciando completamente l'alternativa nucleare grazie ad uno strumento di democrazia diretta. Tuttavia, in serata è arrivata anche la precisazione da parte del Ministro che ha dichiarato «Non ho certo intenzione di riaprire una questione già risolta in modo chiaro con il referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili».
Parole che dovrebbero troncare sul nascere una polemica che gli italiani hanno già sepolto per ben due volte, nel 1987 e nel giugno di quest'anno, anche se le parti politiche, molto spesso, hanno dimostrato di non aver recepito il fin troppo evidente messaggio. Doveroso sperare che, dopo questo brutto ingresso nel controverso mondo della tutela dell'ambiente italiano, Corrado Clini lavori, con la fiducia accordatagli, per rispettare quelli che sono i voleri dei cittadini, espressi col referendum: un paese verde, pulito e in cui il nucleare, un vero e proprio incubo dopo Fukushima, sia solo parte del cattivo passato.
Altro punto «caldo» su cui Clini è stato chiamato a pronunciarsi con un secco aut aut è la vexata quaestio TAV, a cui si è detto pienamente favorevole. Favorevole anche agli OGM, ma evidenziando accuratamente alcuni dettagli non di poco conto: utili in «zone marginali» caratterizzate dalla degradazione dei suoli, per preservarne la sicurezza ed ottimizzarne la resa, e assolutamente non per uso alimentare. Detto questo, tuttavia, c'è da dire che il nuovo Ministro non è stato interrogato in merito a quelli che sono punti fondamentali, quali il dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio: non resta allora che aspettare ed osservare con attenzione, augurandosi sinceramente che questo iniziale «scivolone» diventi rapidamente un ricordo poco significativo.