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Stretta del governo per chi non rispetta le misure anti-Coronavirus: controlli e sanzioni più severe

Stretta del governo su controlli e sanzioni per chi non rispetta le misure approvate dall’esecutivo: se una persona viola la quarantena può essere denunciata per procurata epidemia, un reato per cui la pena prevista arriva fino ai 12 anni di carcere. E palazzo Chigi non esclude comunque di varare restrizioni ancora più severe.
A cura di Annalisa Girardi
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Il numero dei casi di coronavirus in Italia continua ad aumentare, così come cresce il numero di persone che non rispettano le misure restrittive del governo, varate proprio per limitare l'impennata esponenziale di contagi da Sars-Cov-2. Diversi presidenti regionali e autorità nel governo hanno chiesto in questi giorni una stretta sulle limitazioni già imposte, ma troppo spesso non rispettare. Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si era subito detto pronto a varare nuovi provvedimenti, più duri, nel caso questo si fosse reso necessario.

Da qui la decisione della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, di emanare nuove indicazioni al capo della Polizia, Franco Gabrielli, così come ai prefetti, in merito a controlli più severi: in questo senso è stato anche pubblicato sul sito del Viminale un nuovo modulo di autocertificazione, che prevede pene più severe per chi non rispetta le regole.

La nuova stretta sui controlli

Basta quindi con le mezze misure: si applica la linea dura e chi non si attiene alle misure del governo rischia pesanti sanzioni. Nel nuovo modulo, infatti, sono state aggiunte nuove specificazioni, tra cui quella in cui la persona che si sta spostando dichiara di "non essere in quarantena". Se si dichiara il falso, si può essere denunciati per procurata epidemia: un reato per cui la pena prevista arriva fino ai 12 anni di carcere. Nel nuovo modulo, oltre alla parte già presente in cui si dichiara il motivo dello spostamento e altri dati collegati, sono stati aggiunti tre punti: un primo punto in cui si dichiara di essere a conoscenza delle misure approvate con i Dpcm degli scorsi 8 e 9 marzo 2020, un secondo in cui si assicura appunto di non essere sottoposto a quarantena, e infine un terzo in cui si attesta di essere a conoscenza delle sanzioni previste.

Le sanzioni

Chi non rispetta il decreto può essere denunciato per violazione dell'articolo 650 del codice penale, per cui la pena può andare dai 206 euro di multa alla reclusione fino a tre mesi. Ma, come detto, si può essere accusati di un reato ben più grave: chi infatti viene sorpreso a violare la quarantena (che non può essere sospesa per alcun motivo) rischia l'arresto immediato e il carcere. In questo caso l'articolo del codice penale non rispettato è il 452, che disciplina i reati contro la salute pubblica e per cui la pena arriva fino ai 12 anni di reclusione.

Ma le denunce continuano comunque ad aumentare: dall'entrata in vigore del decreto più di un milione di persone sono state controllate, e circa 35mila sono i denunciati. Un numero in costante aumento nonostante le autorità continuino a intimare ai cittadini di restare a casa e rispettare le regole: o diventerà sempre più concreto il rischio di prolungare il lockdown per altre settimane ancora o di costringere il governo a varare misure più drastiche.

Alcune precisazioni

Per molte persone c'è ancora poca chiarezza rispetto ai divieti e alle sanzioni. Ad esempio, non è chiaro se chi dichiara di essere negativo pur non avendo fatto il tampone, rischia comunque la sanzione. Senza il test non è infatti possibile sapere per certo se si ha contratto o meno l'infezione (in quanto si potrebbe semplicemente essere asintomatici), e la dichiarazione al pubblico ufficiale potrebbe essere in seguito smentita da un esame medico. Ma le autorità rassicurano: questa voce dell'autocertificazione riguarda esclusivamente chi è stato sottoposto a tampone.

Molti dubbi anche per quanto riguarda le passeggiate e l'attività fisica all'aperto, una delle clausole per poter uscire dalle proprie abitazioni che più è stata utilizzata per legittimare comportamenti irresponsabili. Nel decreto, ha sottolineato il commissario della Protezione Civile, Angelo Borrelli, non si vieta di uscire per una passeggiata con il cane o per andare a correre, ma lo spostamento deve avvenire "nella propria zona e per un tempo limitato". Inoltre, si può uscire "massimo in due, mantenendo la distanza di sicurezza rispetto agli altri".

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