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Coronavirus, serietà e responsabilità: la politica sia all’altezza dei cittadini italiani

Dalle bufale condivise dai leader dell’opposizione alle incertezze della catena di comando, passando per conferenze stampa inconsistenti e per l’assenza totale di incisività del Parlamento, è sempre più evidente che abbiamo un problema: la politica e le istituzioni devono mostrarsi all’altezza della sfida che stiamo affrontando.
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"Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell’esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d’essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni". Confesso di non aver mai pensato alla possibilità di usare le parole di Italo Calvino per descrivere lo stato del dibattito pubblico italiano, ma l'andamento degli ultimi giorni restituisce esattamente la sensazione della frammentarietà, della complessità e della difficoltà di venire a capo della condizione d'insieme. L'enorme afflusso di dati, di analisi e di testimonianze, l'altalena delle previsioni, i contrasti fra gli esperti, i tanti scenari potenziali: un'insieme di elementi che rende vano ogni sforzo di sintesi e sempre provvisoria ogni analisi o considerazione di carattere più generale. Abbiamo capito da tempo, del resto, di doverci muovere d'ora in avanti in un universo nuovo e ancora in formazione, visto che la crisi globale determinata dall'epidemia da coronavirus sembra dover ridisegnare ogni mappa concettuale, ridefinire le strutture sociali e i processi produttivi, determinare una nuova società e una nuova umanità.

La politica ha e deve avere un ruolo centrale in questa fase, a maggior ragione poiché siamo ancora nel pieno di una epidemia che sta divorando migliaia di vite e mettendo in crisi le esistenze di milioni di persone. Un ruolo che andrebbe rivestito con serietà e responsabilità, perché in gioco non vi è l'oscillazione di qualche punto percentuale nei sondaggi, ma la credibilità dell'intero sistema e il rapporto di fiducia fra cittadini e istituzioni. Serietà e responsabilità, dicevamo.

Nelle ultime ore, invece, abbiamo assistito a teatrini che vanno nella direzione opposta. I leader dei due principali partiti di opposizione hanno rilanciato una bufala complottista diventata virale su Whatsapp, ipotizzando una interrogazione urgente alla Presidenza del Consiglio; i vertici delle istituzioni sanitarie hanno avallato la sperimentazione di un farmaco sulla scia di un video divenuto virale su YouTube; il capo della Protezione Civile ha rilasciato una intervista per dire che "le mascherine dovremmo poterle comprare agli angoli delle strade e i venditori nei supermercati", obbligando il commissario del Governo a una frettolosa conferenza stampa per ammettere le difficoltà del momento; nella stessa intervista, Borrelli ha di fatto lasciato intendere che i numeri dei contagi dati ogni giorno alle 18 siano una gigantesca menzogna, per poi presentarsi a dare gli stessi numeri poche ore dopo; il governatore della Lombardia Fontana ha detto di non sapere cosa stia accadendo (!) e ha ribadito che sui tamponi sta applicando le linee guida del 27 febbraio (lasciando intendere che forse qualcuno dal ministero o dall'ISS avrebbe potuto rendersi conto che il quadro epidemiologico in Lombardia fosse mutato); gli aiuti umanitari cinesi, russi e cubano continuano a confondersi con operazioni di propaganda sponsorizzate da ministri e governatori, mentre passa completamente sotto silenzio il supporto che gli altri Paesi europei ci stanno dando; il Viminale ha diffuso il quarto modulo per autocertificare gli spostamenti; leader partitici, esponenti di Confindustria e analisti anche di alto livello già immaginano di riaprire tutto o quasi (imprese, negozi, magari anche bar e ristoranti), a picco epidemico nemmeno raggiunto e con la situazione in Lombardia ancora lontana dall'essere sotto controllo; il Governo si è piegato alle pressioni dei governatori – sceriffi lasciando loro ampio margine di manovra e determinando, di fatto, la possibilità che siano le Regioni a legiferare su strumenti limitativi della libertà personale (diversa oggi da Regione a Regione). Solo alcuni esempi, scegliendo fior da fiore, e tacendo delle polemiche sulle mascherine, sui tamponi, sull'assenza di una qualsivoglia parvenza di autocritica nei discorsi fiume tenuti dal Presidente del Consiglio in Parlamento (a proposito, abbiamo ancora un Parlamento, ce ne siamo accorti ieri quasi per caso dopo settimane di assenza totale).

Un frullatore impazzito, che mixa errori, leggerezze, fake news e speculazioni, alimentando confusione e incertezza, ma soprattutto restituendo l'impressione che la politica e le istituzioni italiane non siano in grado di gestire la crisi e di traghettare il Paese oltre l'emergenza. Serietà e responsabilità, non è difficile: sono le stesse cose che si chiedono ai cittadini italiani.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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