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Salvini su decreto Coronavirus: “Aperti ferramenta, profumerie e tabaccherie. Le cose si devono fare bene”

Per il centrodestra le misure approvate dal governo che portano alla chiusura totale del Paese non bastano: “Alle parole serve far seguire i fatti. Chiudere tutto, così non basta. Porteremo le nostre proposte di modifica all’ultimo decreto del governo. Serve piú coraggio. Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie. C’e’ la metro a Milano affollata. Le cose o si fanno o non si fanno”, afferma Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Girardi
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Il centrodestra torna a commentare le misure del governo, dopo l'annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di lockdown totale. Ieri i leader dell'opposizione, all'annuncio dello stanziamento di 25 miliardi di euro contro la diffusione del coronavirus, avevano reagito positivamente. Tuttavia Matteo Salvini, che pur aveva apprezzato il rilancio sulle risorse economiche, aveva affermato che non si stesse comunque facendo abbastanza. Il leader della Lega aveva continuato a chiedere la chiusura totale, non solo in Italia, ma anche in Europa. All'arrivo di restrizioni più dure, come la sospensione totale delle attività commerciali non considerate essenziali, tra cui bar, ristoranti e negozi che non vendono alimentari, Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia affermano di non ritenere sufficienti le nuove disposizioni.

Commentando positivamente le drastiche misure implementate a Codogno, nel lodigiano, o a Vo', nel padovano, il segretario del Carroccio ha commentato: "Alle parole serve far seguire i fatti. Chiudere tutto, così non basta. Porteremo le nostre proposte di modifica all'ultimo decreto del governo. Serve piú coraggio. Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie. C'e' la metro a Milano affollata. Le cose o si fanno o non si fanno".

Secondo Salvini le aziende di interesse nazionale devono rimanere aperte, ma "quelle che non lo sono, come la profumeria e la lavanderia, si fermino. Possiamo, per il bene della salute pubblica, fermarci e ripartire sani tra due settimane? Altrimenti è la solita cosa. Da dieci giorni non stiamo facendo l'opposizione, stiamo facendo proposte. Vuol dire che anche in termini economici vogliamo leggere cosa ci sarà scritto". L'ex ministro dell'Interno ha anche aggiunto, in merito alla questione dei tributi fiscali: "Se c'è la chiusura, come fai poi a far pagare le tasse? È chiaro che anche economicamente tu devi garantire tutti". Mentre, rispetto al suo cambio di posizione, ha commentato: "Io dicevo di aprire tutto, sì, ma quando i medici mi portano 30% aumento numero dei contagi e mi dicono se non limitiamo i contagi è una catastrofe, allora fermiamo tutto e sono stati gli stessi imprenditori a chiederlo. Tanti stanno chiudendo spontaneamente. E comunque se dovessimo chiedere a Conte quante volte ha cambiato idea in questi giorni ci staremmo tre mesi".

"Il premier Conte è comparso in tv ad annunciare un provvedimento sensazionale con la ‘chiusura di tutte le attività', tranne quelle essenziali e di produzione industriale: per questo ho fatto i complimenti al governo. Peccato che leggendo il decreto la verità è molto diversa", ha detto da parte sua Giorgia Meloni. "Resta (quasi)  tutto aperto. Chiudono bar e ristoranti (e nemmeno tutti), parrucchieri, estetisti, negozi di abbigliamento, gioiellieri e poco più. Restano aperti non solo farmacie, supermercati e negozi di alimentari (fornai, pescherie, macellai, pizza al taglio, ecc.) – che è giustissimo – ma anche minimarket di ogni genere, profumerie, tabaccai, negozi per animali, tintorie, foto e ottica, negozi di computer, edicole, benzinai, ferramenta, e tutti gli artigiani (meccanici, falegnami, elettricisti, idraulici, ecc.)", ha accusato la leader di Fratelli d'Italia.

"Di fatto si tratta solo di una modesta estensione del decreto approvato due giorni fa – sostiene – forse non c'era bisogno di andare in televisione ad annunciare novità epocali: in questo modo si rischia di creare solo ulteriore caos e sconcerto tra gli italiani. Sono ore difficili, ribadiamo la nostra volontà di collaborare ma chiediamo al governo più serietà e meno smania mediatica", ha commentato la deputata romana.

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